Il Vangelo del giorno – Mercoledì 17 aprile
Vangelo di Giovanni 6, 35-40
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Commento al Vangelo di oggi:
Le parole del vangelo che ascoltiamo oggi sono veramente il cuore della buona notizia: Gesù dice a tutti e ripete più volte qual è la volontà del Padre.
Apriamoci, dunque, ad accogliere questa verità, così grande e bella, che pure, nelle fatiche della vita, spesso sembra perdersi. Rinnoviamo la fede nell’amore di Dio Padre: egli vuole regalare ognuno di noi al suo figlio amato; la sua volontà è che Gesù ci custodisca tutti e nessuno si perda.
Ci sarà un giorno ultimo in cui verremo risuscitati in Cristo: sarà la realizzazione della promessa per cui chi vede il figlio e crede in lui ha la vita, vita vera e definitiva.
La nostra fede è l’inizio della vita, è dare fiducia ad un amore così grande. Già oggi, stando nelle mani del figlio, siamo sicuri e confidenti: siamo in buone mani!
Contemplo:
Gesù invitava i Giudei ad aver fede, mentre essi cercavano segni per credere. Essi sapevano di essere stati saziati con cinque pani, ma a quel cibo preferivano la manna dal cielo.
Eppure il Signore dichiarava di essere di gran lunga superiore a Mosè: questi non aveva mai osato promettere «un cibo che non perisce, ma che dura per la vita eterna» (cfr. Gv 6,27).
Dunque Gesù prometteva qualcosa di più di Mosè. Mosè prometteva lo stomaco pieno qui giù in terra, ma pieno di un nutrimento che perisce; Gesù prometteva il «cibo che non perisce».
Vero pane è quello che dà la vita al mondo. La manna era simbolo di questo cibo, e tutte quelle cose — dice il Signore ai Giudei — erano segni che si riferivano a me. Vi siete attaccati ai segni che si riferivano a me, e rifiutate me che quei segni preconizzavano. Non fu dunque Mosè a dare il pane dal cielo: è Dio che lo dona (cfr. Gv 6, 32). Ma quale pane? La manna, forse?
No, non la manna, bensì il pane di cui la manna era un segno, ovvero sia Io stesso Signore Gesù. «Perché il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo»