Vangelo di oggi

IL VANGELO DEL GIORNO – giovedì 25 maggio

Gv 17,20-26 Siano perfetti nell’unità.

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Parola del Signore

Contemplo:

Come sono cieco, Signore! Le tue parole scorrono su di me quasi fossi una pietra, senza lasciare un segno permanente! Perché anch’io mi sono impegnato in mille cose, e ho dimenticato quello che tu consideri prioritario per promuovere il tuo regno. Ho cercato di fare molto, ma ho tralasciato di immergermi nella fraternità, che tu invece conside- ri il tuo segno. Signore, apri i miei occhi a comprendere il mistero della fraternità, la forza missionaria della comunione, capace di vincere le diffidenze e le resistenze. Aiutami a credere al miracolo della fraternità, come punto di partenza per ogni missione! Aiuta i cristiani a riscoprire la portata rivoluzionaria di queste tue parole, perché si impegnino in questo progetto che è certamente tuo. Altri progetti sono, probabilmente, troppo umani!

Commento al Vangelo di oggi:

L’unità è anzitutto un dono, è una grazia da chiedere con la preghiera. Ciascuno di noi ne ha bisogno. Infatti, ci accorgiamo che non siamo capaci di custodire l’unità neppure in noi stessi. Anche l’apostolo Paolo sentiva dentro di sé un conflitto lacerante: volere il bene ed essere inclinato al male (cfr Rm 7,19).
Aveva così colto che la radice di tante divisioni che ci sono attorno a noi, tra le persone, in famiglia, nella società, tra i popoli e pure tra i credenti – è dentro di noi. […]
La soluzione alle divisioni non è opporsi a qualcuno, perché la discordia genera altra discordia. Il vero rimedio comincia dal chiedere a Dio la pace, la riconciliazione, l’unità. Questo vale prima di tutto per i cristiani: l’unità può giungere solo come frutto della preghiera. Gesù lo sapeva e ci ha aperto la via pregando.
La nostra preghiera per l’unità è così un’umile ma fiduciosa partecipa- zione alla preghiera del Signore, il quale ha promesso che ogni preghiera fatta nel suo nome sarà ascoltata dal Padre (cfr Gv 15,7). A questo punto possiamo chiederci: “Io prego per l’unità?”.
E’ la volontà di Gesù ma, se passiamo in rassegna le intenzioni per cui preghiamo, probabilmente ci accorgeremo di aver pregato poco, forse mai, per l’unità dei cristiani. Eppure da essa dipende la fede nel mondo; il Signore infatti ha chiesto l’unità tra noi “perché il mondo creda” (Gv 17,21). Il mondo non crederà perché lo convinceremo con buoni argomenti, ma se avremo testimoniato l’amore che ci unisce e ci fa vicini a tutti.

   

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