Il Vangelo del giorno – Lunedì 4 dicembre
Vangelo di Matteo 8, 5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’! “, ed egli va; e a un altro: “Vieni! “, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo! “, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Contemplo:
Avvento, tempo di attesa. Attesa di un evento che ha cambiato la storia degli uomini ma che oggi può cambiare la nostra esistenza, la nostra piccola storia. Durante questo tempo santo siamo chiamati a preparare il nostro cuore ad un incontro, alla venuta di una persona, meglio di un volto. Non il volto truce di un potente o austero di un giudice, ma il volto semplice e luminoso di un bambino. Il mistero della nascita di Gesù non è solo un evento storico, ma attuale, meglio quotidiano.
Ogni giorno il nostro cuore può diventare la sua culla, la nostra misera vita una povera e fatiscente dimora dove la Sacra Famiglia può trovare rifugio, un po’ di tepore, quattro fasce dove avvolgere Dio che si è fatto piccino, piccino. In questo tempo di attesa, il lento scandire dei giorni, può diventare il tempo propizio per fare dentro di noi un piccolo presepe interiore. Quando nelle nostre case ci apprestiamo a preparare il presepe dobbiamo innanzitutto preparare uno spazio, svuotare un angolo, spostare degli inutili suppellettili.
La stessa cosa dobbiamo farla dentro di noi, nel nostro cuore: fare spazio, eliminare le cose inutili per preparare il nostro piccolo presepe interiore.
Commento al Vangelo di oggi:
Questo centurione. Il suo incontro con Gesù viene menzionato solo dall’evangelista Luca. Entra furtivo nelle pagine evangeliche, senza far rumore, e ne esce in punta di piedi, quasi scusandosi per il disturbo recato, come ospite di passaggio, finendo tra le nebbie di un vago ricordo che solo la misericordia di Dio imprime tra le righe di una buona novella che nè il tempo né gli uomini potranno distruggere. Questo centurione.
Non conosciamo il suo nome, non sabbiamo dove e quando è nato, eppure il suo volto ci è famigliare, sembra inscritto nel nostro albero genealogico, fa parte di noi. Ogni uomo, ciascuno di noi, è suo parente, perché tutti siamo indegni di ricevere il Signore tra le mura della nostra casa, tutti siamo stranieri di fronte alla bontà di Dio, alle sue premure, verso la sua paterna sollecitudine. «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».
Questo centurione. E’ un pagano, non fa parte del popolo eletto, non conosce le Scritture; eppure Gesù lo addita come maestro nelle fede, modello da seguire, punto di riferimento per ottenere da Dio le cose che contano, le Grazie che allietano il cuore degli uomini. Questo centurione.
Chiede con umiltà un miracolo per il suo servo e senza saperlo diventa lui stesso miracolo, segno di ciò che la potenza di Dio compie quando incontra un cuore umile e consapevole delle sue povertà. Questo centurione. Non vi è dubbio: è per noi esempio di santità, saggio di semplicità, via stretta per giungere ai confini di un Regno che non è di questo mondo.