Vangelo di oggi

IL VANGELO DEL GIORNO – Martedì 22 AGOSTO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Commento al Vangelo di oggi:

Solo la grazia può attirarci a Dio, accendere in noi la sete di Lui e dunque orientarci a lasciare che prenda sempre più il primo posto nella nostra vita. Siccome è un dono di grazia non possiamo attribuire a noi stessi alcun merito nella sequela. Quando invece lo facciamo allora giudichiamo gli altri che ci sembra non lo facciano o non lo facciano così tanto come noi. Cadiamo in un grande inganno, diventiamo ricchi di noi stessi mentre magari una persona che ha ricevuto meno grazie a modo suo è più vicina a Dio. Impossessarci della grazia ricevuta è un rischio grave per esempio per le guide, che possono divenire meno disponibili a lasciarsi continuamente rinnovare, anche nella mentalità, da Gesù. Si può diventare in qualche modo e misura come certi farisei del tempo di Cristo, che sapevano tutto loro. Per questo Gesù descrive un lungo elenco di cose da lasciare. È un cammino lasciarsi unire a Dio e spogliare di tutto, in ogni minimo movimento del cuore. Ed è lì, nel profondo del cuore, dove spesso il mondo esterno nemmeno lontanamente si avvede, che entra o meno la vita vera. Gesù spesso evidenzia questo, non è la fama esteriore che conta. In paradiso ne vedremo di tutti i colori quanto a sovvertimento di valutazioni. Si può essere persone buone sì, ma l’io può continuare in qualcosa a prevalere su Dio. Magari ciò avviene inconsapevolmente ma una conversione sincera tendenzialmente ci conduce verso un rinnovamento. Da tutto ciò emerge che la povertà è percepire che senza Dio non possiamo nulla, affidarci da piccoli al suo amore meraviglioso di Padre, senza giudicare nessuno. Sperimentare l’impossibilità è dunque talora una grazia: impossibile all’uomo ma tutto è possibile a Dio.

   

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