Gv 17,11b-19 Siano una cosa sola, come noi.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Parola del Signore
Contemplo
Mi colpisce, o Signore, la tua insistenza sulla pericolosità del mondo. E mi avvedo che oggi abbiamo bisogno di questa messa in guardia. E io, primo fra tutti. Il mondo della libertà, delle uguali possibilità concesse a tutti, a tutte le religioni, a tutte le opinioni, a tutti i modi di vivere, ha un suo fascino perché è finalmente il mondo della tolleranza, della laicità. Ma è anche il mondo dove tutte “le trasgressioni” sono ammesse, dove tutte le mode, anche le più perverse e detestabili, vengono offerte come normali, dove tutta la stampa ha diritto di circolazione….. Affidami, o Signore, alla tua Parola. Ricordami che io non sono di questo mondo, che appartengo a te. Tu, che hai pregato per me, rendimi santo nella tua verità, perché io cammini sempre sulle tue vie e usi di questo mondo come lo useresti tu.
Commento al Vangelo di oggi
Il cristiano è l’uomo che vive di fede, che cioè ha regolato tutta la sua esistenza sull’unica possibilità apertagli da Gesù Cristo, obbediente per noi tutti fino alla croce (cfr. Fil 2,8): la possibilità di partecipare al si obbediente che redime il mondo. Il mistero di Cristo passa nel cristiano, che deve avere in sé lo Spirito di Cristo che lo spinge all’offerta di sé libera e gratuita per la salvezza del mondo. “Per loro io conosco me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17,19). “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,15). “Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo” (Gv 10,17). Il cristiano vive in questa fede ed ha in sé il mistero della morte e della risurrezione. (cfr. Rm 6,4 e tutto il capitolo). E se qualcuno non ha questo spirito di Cristo non è di Cristo (cfr. Rm 8,9). La presenza del mistero della morte e risurrezione di Cristo nella vita del cristiano lo porta ad una polemica interiore col mondo in ogni vanità. Il cristiano è crocifisso con Cristo (cfr. Gal 2,20) e vive di Cristo desiderando il suo ritorno e preferendo Cristo ad ogni altra cosa o persona, perché se vuole essere discepolo di Gesù deve rinnegare se stesso nella sua carne (cfr. Lc 9,24). In questa sua scelta il cristiano sa di avere persecuzioni, prese in giro, urti anche con le persone più care ed amiche. Il cristiano le accetta perchè sa che l’amore di Cristo porta divisione (cfr. Lc 12,51) e scandalo per chi non crede. Il suo maestro glielo aveva predetto: il discepolo non può avere una sorte diversa da quella del maestro (cfr. Gv 15,18 ss).
(card. Angelo Comastri)