Il Vangelo del giorno – venerdì 20 ottobre

Lc 12, 1-7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla.
Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Contemplo:
La risurrezione è l’orizzonte per eccellenza, è la rottura di tutti i limiti e la sconfitta d’ogni paura, è la luce che splende in fondo al tunnel della morte. Ma se Dio è amore, credere nella risurrezione non è solo sognare uno spazio insperato di sopravvivenza futura personale, da godersi in privato, ma credere che ogni relazione vissuta qui in terra nell’amore contiene un germe di per sé immortale. « Amare qualcuno — infatti — significa dirgli: “Tu non morirai”» (G. Marcel); per questo un giorno vivremo per sempre con chi abbiamo amato.
E se la funzione del corpo è quella di essere « rapporto con il mondo e con gli altri, la risurrezione finale sarà quella del corpo spirituale che è maturato nel corso della vita grazie all’amore e alle nostre relazioni, al nostro uscire da noi stessi » (A. Schmemann).
Commento al Vangelo di oggi:
Gesù mette in guardia i discepoli dall’ipocrisia dei farisei e li invita a non avere paura di proclamare apertamente il suo messaggio, perché essi sono tra le braccia di un Padre che ama e
si prende cura dei suoi figli, molto più che dei passeri del cielo. Non abbiate paura: cinque volte in una manciata di versetti. Perché la paura ci frega sempre; la paura del nostro limite, di non essere abbastanza sul pezzo.
Il pericolo è vivere tutta una vita mossi dalla paura di non essere guardati, considerati. La paura di perdere la stima, l’affetto. La paura di riscoprirci fallibili. La prima risposta di Adamo: «ho avuto paura perché sono nudo, e mi sono nascosto» (Gen 3, 10).
E allora ci appiccichiamo su foglie di fico, indossiamo maschere (questa è l’ipocrisia). Il ritornello di Dio, invece, è proprio: non avere paura! 365 volte nella Bibbia. Una volta al giorno Dio mi dice: accetta la tua verità, la tua nudità, ti voglio bene così come sei. Il tuo limite può diventare luogo di comunione, grembo di misericordia. Il tuo valore sta nell’essere amato.