La domenica del “Buon Pastore”
La quarta domenica di Pasqua, prendendo spunto dal Vangelo che in essa viene proclamato, è denominata la domenica del “Buon Pastore”.
Si tratta di un’immagine molto cara alle prime generazioni di cristiani, come dimostrano i dipinti e le statue ritrovate nelle antiche basiliche e nelle catacombe. Il pastore, figura simbolica della precarietà umana, passava la sua vita in un continuo spostamento alla ricerca dei pascoli migliori per le sue greggi. Per chi vive in montagna, come il sottoscritto, è ancora facile vedere, nella tarda primavera, passare i pastori, accompagnati dai fedelissimi cani, mentre conducono le greggi sugli alpeggi di media e alta altitudine. Quando li vedo nei prati, mentre pascolano le loro pecore, mi fermo e passo alcuni minuti ad osservarli, mentre, nella mia mente, riecheggia il brano evangelico di Gesù Buon Pastore. Il Vangelo tratteggia due tipologie di pastori. L’uno è il mercenario, un uomo che per un minimo di retribuzione, lavora presso un ricco latifondista. Possiamo supporre che questi non abbia un legame affettivo né con il padrone, né con le pecore; saprà approssimativamente quante pecore ci sono nel gregge, ma una in più o una in meno non fa per lui differenza. Soprattutto non conosce per nome le singole pecore, non coglie le sfumature del loro manto, non si accorge del lento claudicare di quella in difficoltà che rischia di perdersi tra i dirupi, diventando così facile preda delle brame dei lupi. E’ un mercenario, un paltoniere raccogliticcio che sorveglia il gregge per quattro soldi. Il secondo tipo di pastore è il Buon Pastore: le pecore sono sue, con emozione ha visto nascere ciascuna di esse; ad ognuna ha dato un nome e quando una si svia, la chiama con questo nome ed essa torna senza bisogno del bastone. Gesù stesso si definisce il “buon pastore” che si prende cura di ogni singola pecora, cioè di ogni singolo uomo. Un pastore che protegge il suo gregge anche quando è minacciato dai lupi. Egli è anche il pastore misericordioso che lascia le novantanove pecore al sicuro nel recinto per andare alla ricerca di quella smarrita. Con questa immagine Egli ci insegna che ogni uomo ha un valore inestimabile agli occhi di Dio. Gesù Buon Pastore fa ciò che nessun pastore di pecore, per quanto affezionato, farebbe: impegna tutto se stesso per la vita e la salvezza anche di un’unica anima; da la sua vita in cambio della salvezza di tutti e di ciascuno. Nessuno è escluso dalla misericordia e dall’amore di Dio.
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