La felicità è una piccola cosa
C’è un’ape che se posa /su un bottone de rosa: /lo succhia e se ne va… / Tutto sommato, infelicità /è una piccola cosa. TRILUSSA
La felicità è una piccola cosa, piccola cosa come lo è l’immagine del bocciolo di rosa sul quale l’ape si posa e come lo è una felicità genuina, che ti viene incontro nella realtà di ogni giorno e non nella magniloquenza dell’epifania del successo. Trilussa, il ben noto poeta romanesco morto nel 1950, aveva intitolato una sua raccolta di versi Acqua e vino, evocando le realtà più semplici, quotidiane eppure fondamentali della vita. «Interroga la vecchia terra: ti risponderà sempre col pane e col vino» Eppure, è proprio di queste piccole gioie, simili all’acqua, al vino o al pane, che noi siamo — spesso inconsciamente — in ricerca. Questi concetti vengono ribaditi in una bella e famosa parabola buddhista. «Un uomo s’imbatté in una tigre. Si mise a correre sempre tallonato dalla belva. Giunto davanti a un precipizio, si lasciò penzolare aggrappandosi a una vite selvatica posta sull’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando, l’uomo vide che due topi avevano cominciato a rosicchiare piano piano la vite. In quel momento, però, egli scorse davanti a sé una stupenda fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola: com’era dolce!» Anche nel pericolo più atroce e nel dolore più disperato, c’è sempre un frammento di gioia pura; anche nell’incubo più nero, si può accendere una scintilla di luce. È importante afferrarla: la paura e la sofferenza muteranno, senza per questo scomparire.