Il colloquio tra l’Innominato e Federico Borromeo mettono in evidenza che la misericordia di Dio è più grande del peccato dell’uomo, la sua bontà sconfigge e risana ogni umana cattiveria.
«Voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto sospirare?».
«Una buona nuova, io? Ho l’inferno nel cuore, e vi darò una buona nuova? Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio».
«Che Dio v’ha toccato il cuore, e vuol farvi suo», rispose pacatamente il cardinale.
«Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?».
«Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l’ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v’opprime, che v’agita, che non vi la scia stare, e nello stesso tempo v’attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d’una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessate, l’imploriate?».
«Oh, certo! Ho qui qualche cosa che m’opprime, che mi rode! Ma Dio! Se c’è questo Dio, se è quello che dicono, cosa volete che faccia di me? […]».
«Cosa può Dio far di voi? E perdonarvi? E farvi salvo? E compiere in voi l’opera della redenzione? Non sono cose magnifiche e degne di lui? Oh, pensate! Se io omiciattolo, io miserabile, e pur pieno di me stesso, io qual mi sono, mi struggo ora tanto della vostra salute, che per essa darei con gaudio (Egli m’è testimonio) questi pochi giorni che mi rimangono; oh, pensate! quanta, quale debba essere la carità di Colui che m’infonde questa così imperfetta, ma così viva; come vi ami, come vi voglia. Quello che mi comanda e m’ispira con un amore per voi che mi divora!»
(A. MANZONI, I promessi sposi, dialogo tra Federico Borromeo e l’Innominato).