La paura di Dio
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E’ risuscitato dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
Anche dopo la sua morte Gesù fa paura, incute timore ai farisei e ai sommi sacerdoti. Il sepolcro deve essere sigillato e ben custodito. Perché tanto accanimento, tanto spavento nei confronti di un “crocifisso” ormai privo di vita? In realtà coloro che si recano da Pilato vogliono sigillare e custodire la propria religiosità, la propria specifica prospettiva di fede, la propria esaustiva esperienza di Dio. Guai mettere in discussione la legge, i costumi, le abitudini tramandate dai padri; in sostanza essi rappresentano quel radicale fondamentalismo tipico di tante esperienze religiose, quella sostanziale incapacità di mettersi in discussione, di aprirsi a qualsiasi forma di novità. Osserva Anselm Grun : “La parola `fondamentalismo’ viene dal latino fundus, che significa `terreno’, `fondo’, `base’. I fondamentalisti vogliono costruire la loro fede su una base solida. È una cosa, di per sé, non sbagliata. Talvolta, però, restano così attaccati alla loro base da diventare inamovibili, da rivolgere lo sguardo soltanto a terra e non verso l’alto. Scambiano Dio con i dogmi su Dio. Guardano la lettera e non lo spirito”. Gesù ha fatto e fa paura a tutti coloro che non si aprono al “compimento”, ad un Dio che nella continuità rivela nuovi tratti del suo volto, della sua infinita bontà. La chiusura, che è alla base di ogni fondamentalismo, è una di quelle guardie della morte che ci impediscono di incontrare il Risorto; non dobbiamo temere le novità di Dio, dobbiamo rimanere aperti al soffio delle Spirito che tutto rinnova, che crea in noi l’uomo nuovo, l’uomo risorto. Ci ammonisce papa Francesco: «Abbiamo paura delle sorprese di Dio. Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così. Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui». Manteniamo nella nostra vita degli spiragli, non sigilliamo il nostro cuore: solo così le guardie che vegliano sul sepolcro della nostra vita saranno abbagliate dalla radiosa luce delle risurrezione e noi potremo incontrare quel Dio che fa nuove tutte le cose.
Meditazione di don Luciano Vitton Mea