Le radici del male
«Tutte le volte che si fa veramente attenzione, si distrugge un po’ di male dentro di sé». Simone Weil
Le radici del male sono nella chiusura. Quando si è obnubilati dal proprio interesse, dal proprio piacere, dalla propria persona, allora comincia la sensazione di distacco e quindi la sofferenza. L’uomo è fatto per essere collegato: alla terra e al cielo, al mondo, alle persone, alla natura che lo circonda, alla vita stessa. Come disse in un bel modo Raymond Devos, «per essere qualcuno, bisogna essere tutti. insieme »… L’attenzione porta a essere allo stesso tempo attenti e premurosi: attenti a ciò che si riceve e premurosi per ciò che si dona. Accordando la nostra attenzione a tutto ciò che è vivo e non considerando nulla banale o senza importanza, dando a ciò che è ordinario le più nobili cure, diventiamo autentici giardinieri del paradiso. Le erbacce dell’indifferenza, del disprezzo e della calunnia, i rovi del pregiudizio e dell’orgoglio, i parassiti della routine, dell’abitudine e dell’omissione scompaiono come per incanto dal giardino interiore di chi vive nella consapevolezza immediata e nel naturale rispetto di ciò cui si accosta.