L’uomo è inquieto. Nulla lo può saziare. Nulla di ciò che ha dei limiti, fosse pure l’intero universo sino alle stelle più remote. Più ottiene, più cresce la sua inquietudine. Non trova riposo. Il suo cuore è fatto per l’infinito, per un amore senza limiti. La repressione di questo desiderio d’infinito che spiega quasi tutte le crisi del mondo d’oggi. La morte è anche quel che rende seria la vita, che trasforma la vita in enigma, che fa germinare in essa, a dispetto di tutto, la presenza dell’infinito. Anche in una società pacificata gli uomini avranno bisogno di Dio, perché tanto la vita come la morte aspirano all’eternità. La vita nella sua pienezza e la morte nella sua austerità si uniscono per additare l’incognito… Dio apre le porte dell’infinito al finito rende l’enigma risposta certa ad ogni umana aspettativa.
Atenagora