“Perché cercate fra i morti uno che è vivo?”

essere-feliciMi immagino l’espressione meravigliata dell’angelo che proprio non si capacita della cocciutaggine umana. Le donne, spaventate, non sanno che pensare. Erano giunte al sepolcro piene di devozione e di pietà cristiana, pronte a dare l’estremo e intimo saluto al loro Maestro. Ma non c’è più nessun cadavere sfigurato e irrigidito da pulire e rivestire. Non c’è nessuno.
Gesù è risorto. Vivo. Splendente.
Egli è davvero ciò che diceva di essere, la manifestazione di Dio, il suo volto, il suo Figlio.
Lo avevano crocefisso come ciarlatano, spazzato via come un fastidioso problema di ordine pubblico.
Egli ora è qui. Che ce ne accorgiamo o no. Che lo crediamo o meno. Che lo vogliamo o no.

Se Gesù è risorto,
abbiamo ragione nel credere nelle sue parole e nel pregare il Padre così come egli ce lo ha rivelato.

Se Gesù è risorto,
significa che Dio conosce la sconfitta e la morte, il dolore e la solitudine. E li redime.

Se Gesù è risorto,
ogni ricerca ha un obiettivo, ogni desiderio ha una pienezza, ogni domanda una risposta.

Se Gesù è risorto,
la violenza che sta perseguitando tanti cristiani nell’indifferenza del mondo non cancellerà il Vangelo ma lo mostrerà al mondo come autentico e luminoso.

Se Gesù è risorto,
lo posso incontrare qui e ora, lo posso pregare, cercare, amare.

E lo proclamo con tutta la verità di cui sono capace, non come l’entusiastica affermazione del giovane ma come la raggiunta e dolente fede dell’uomo di mezza età, ripentendo ciò che, io per primo, ho ricevuto: non cerchiamo il crocefisso, non è qui, è risorto!

(Paolo Curtaz)