Massimo D’Azeglio racconta: «Mi ricordo che nella fanciullezza, essendo un giorno riuniti in famiglia — presente qualche amico di casa —, il discorso cadde sulla nobiltà. lo così alla brusca e senza malizia dissi: “Noi, signor padre, siamo nobili?”. Mi accorsi che avevo fatto una domanda sciocca, vedendo che tutti ridevano di me.
Mio padre, sorridendo anch’egli, rispose: “Sarai nobile se sarai virtuoso!” ». La pratica delle virtù è la prova più sicura della nostra nobiltà.