Venerdì: Al pozzo di Giacobbe – L’uomo venduto
La Parola di Dio: Gn 37,3-4
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente… I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!»… Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono in una cisterna vuota, senz’acqua… Passarono alcuni mercanti madianiti; i fratelli tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti…
Le parole
Le parole del libro della Genesi ci offrono “l’anticipazione” di una immagine che rivedremo narrata durante il Venerdì di Passione. Un giovane viene venduto dai suoi fratelli, per invidia, per soli venti sicli d’argento (circa 290 grammi d’argento totali). Può la vita di un fratello valere il prezzo di 290 grammi d’argento? Eppure, ancora oggi sono tanti i trafficanti di uomini (migranti, rifugiati…) che non esitano a “commercializlizzare” la vita del fratello.., per qualche migliaio di euro! Giuseppe, il “sognatore” viene venduto per invidia… Anche il Cristo sarà consegnato “per invidia”.
Il seme e il germoglio
Durante questo venerdì di Quaresima troverò il tempo necessario per praticare il pio esercizio della Via Crucis. Sforzandomi di meditare sul percorso doloroso di tanti fratelli immigrati che, per salvare la propria vita e quella dei propri familiari, giungono in Italia.., e non sono accolti, mi chiederò: “Cosa posso fare per loro?”. A volte basterebbe un indumento, del cibo, una stanza provvisoria, un lavoretto da fargli fare, insomma un po’ di accoglienza. È terribile la frase: “Che si arrangino!”.