50 sfumature di Dio
“Pensa cosa mi è successo: l’altra mattina, sul presto, mi suonano alla porta. Apro, stupito e trovo M, la vicina, te la ricordi? Mi chiede aiuto, è molto turbata: suo marito ha sbroccato e la sta menando. Salgo e lo trovo sconvolto, la casa a soqquadro, fatico a calmarlo mentre il bimbo, terrorizzato, piange disperato”
Ne parla ridacchiando, spero per smorzare la tensione.
Resto allibito: non conosco benissimo la coppia, ma mi hanno sempre dato l’impressione di essere due brave persone, si sono messe insieme dopo un lungo periodo e ora hanno un bimbo piccolo. Ci resto male, tanto, chiedo ulteriori informazioni ma non ne sa di più.
E’ la terza volta, questo mese, che so di coppie che scoppiano. E la seconda in cui vengo a conoscenza di violenza in casa da parte di persone insospettabili.
La cosa mi ronza nella testa tutta la mattinata. Recito qualche Ave Maria per affidarli, poi il pensiero passa in secondo piano. Fino a quando, dopo pranzo, mi aggiorno on-line sulle notizie dai quotidiani. Sul Corsera, in evidenza, trovo un articolo di presentazione di quello che viene definito il film più atteso dell’anno: la trasposizione cinematografica del libro “Cinquanta sfumature di grigio”.
Articolo banale, dichiarazioni fatte per stuzzicare la curiosità del lettore e per scatenare la sua pruderie.
Non ho letto il romanzo, lo confesso. E non è certo mia intenzione giudicare un libro senza averlo letto. So che parla della bruciante storia d’amore fra una giovane e un miliardario più maturo che la inizia a pratiche diciamo “alternative” della sessualità.
E so che molte delle mamme dei compagni di scuola di mio figlio, in attesa dell’uscita dei loro ragazzi, ne parlano fra loro piuttosto entusiaste.
Signore non proprio giovanissime e, almeno all’apparenza, decisamente lontane dalla tipologia della donna sado-maso!
Tant’è: sapete cosa penso della sessualità, straordinario dono che Dio ci ha donato per dirci anche con la pelle e con le emozioni quanto ci vogliamo bene e geniale strumento per donare la vita ad un altro essere umano. E sapete cosa penso della visione della sessualità in ambito cattolico e di come continui a pensare che Dio non sia un guardone. E di come sia bello, doveroso, lecito ed entusiasmante avere una sessualità autentica, onesta, rispettosa, giocosa, intrigante e complice.
Ma, lo ammetto, la concomitanza, in questa giornata, delle due notizie mi crea molto disagio.
Da una parte portiamo in noi, impresso a fuoco, il desiderio di essere amati e di amare, di gioire e di godere, anche fisicamente. Chi ha scoperto l’anima e la cura sa che il corpo diventa l’interfaccia per far incontrare le anime e che, diversamente dalla visione pornografica che la nostra società ha della sessualità, fare bene l’amore è questione di anime in sintonia. E penso che dietro il romanzo (lo spero, almeno!) ci sia, molto sullo sfondo!, il segreto desiderio di piacere e di piacersi.
Dall’altra questo desiderio deve continuamente fare i conti con la realtà del peccato originale che portiamo nel cuore, con il desiderio di dominio e la violenza che condizionano pesantemente i nostri propositi. Guai a far fin finta di non riconoscerli, questi limiti. Guai a non lottare contro la parte oscura di noi.
Insomma: fa amaramente sorridere che da una parte si occhieggi e si ammicchi all’ennesima furbetta trovata letteraria (che invidio: cento milioni di copie vendute!) che fa leva sull’immaginario erotico fintamente trasgressivo e che, dall’altra, non si riconosca che la violenza, psicologica e fisica, è sempre in agguato anche nelle relazioni più consolidate.
Anche la sessualità, insomma, deve essere convertita alla logica di Dio.
(Paolo Curtaz)