Un fratello della Libia venne da abba Silvano sul monte Panefo e gli disse: «Abba, ho un nemico che mi fa del male; quand’ero nel mondo mi ha rubato il mio campo, mi ha spesso teso insidie, ed ecco che ha assoldato della gente per avvelenarmi. Voglio consegnarlo al giu- dice». L’anziano gli disse: «Fa’ ciò che ti dà pace, figliolo». E il fra- tello disse: «Abba, se riceve il castigo, la sua anima non ne trarrà profitto?» . L’anziano disse: «Fa’ come ti pare, figliolo». Il fratello disse all’anziano: «Alzati, padre, preghiamo e poi vado dal giudice». L’anziano si alzò e dissero il «Padre nostro». Come giunsero alle pa- role: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12) , l’anziano disse: «Non rimettere a noi i nostri debiti, come noi non li rimettiamo ai nostri debitori». Il fratello disse: «Non è così, padre». «E così, figliolo, — disse l’anziano — se veramente vuoi andare dal giudice per vendicarti, Silvano non fa altra preghiera per te». E il fratello si prostrò e perdonò al suo nemico.
Di abba Macario il Grande dicevano che diventò, come sta scritto, un dio sulla terra (cfr. Sal 81 [821,6), perché, come Dio copre il mondo, così abba Macario copriva le debolezze che vedeva come se non le vedesse, e quelle che udiva, come se non le udisse.Abba Teodoro di Ferme interrogò abba Pambo: «Dimmi una parola!». Con molta fatica gli disse: «Teodoro, va’, abbi misericordia di tutti, perché la misericordia trova fiducia presso Dio».
PADRI DEL DESERTO, Detti, in Detti editi e inediti dei padri del deserto, Bose 2002, pp. 223; 297-298