Pietro ha capito che lo Spirito Santo lo spinge a non fermarsi ad ogni passo, ha capito che è lui che porta avanti la Chiesa, ma quelli che non erano presenti al battesimo di Cornelio e della sua famiglia, ancora non lo accettano.
Quando a Gerusalemme vengono a sapere quello che è successo, nasce un putiferio. Pietro è chiamato a rendere conto.
“Come?! Ti sei permesso di entrare in casa di un pagano… Ti sei permesso di parlare con loro… Ti sei permesso di considerarli uguali a te… E li hai addirittura battezzati?!.. “
Pietro deve ricostruire tutto l’episodio. E alla fine pone una domanda diventata famosa:
11,17 “chi ero io per Oppormi a Dio?”
Vi ricordate quando abbiamo già sentito questa frase, negli Atti?
– In 5,39 Con Gamaliele quando, all’interno del Sinedrio, parla ai capi giudei: ‘Non correte il rischio di combattere contro Dio.
– E soprattutto in 4,19-20. Pietro e Giovanni sono davanti al Sinedrio accusati perchè hanno guarito lo storpio: “Dobbiamo ascoltare voi o dobbiamo ubbidire a Dio?”
– E in 5,29 ‘Ma Pietro rispose: si deve obbedire a Dio prima che agli uomini’.
Non è lo stesso concetto di 11,17?
Quasi… le prime volte è detto dagli apostoli a chi nega Cristo. Questa volta è Pietro che deve dire questo alla Chiesa; Ai discepoli.
La Chiesa può diventare, in certe occasioni, opaca alla Parola di Dio e all’azione dello Spirito. Pur sapendo in teoria come sono le cose, può rifiutarsi in pratica di riconoscerle, di accoglierle o di viverle.
Volete un esempio pratico? Pensate alla lotta di molte donne per diventare prete, oggi.
Se noi cristiani fossimo davvero coscienti che tutti i battezzati, uomini e donne, sono sacerdoti, voi pensate che sembrerebbe davvero tanto importante il fatto di poter diventare ‘prete’, per certe donne?
Non so come la cosa andrà a finire. Il problema non è questo, ma: mentre si lotta per avere il diritto al ministero presbiterale, lo si fa perchè si vuole mettersi a servizio in una forma ulteriore, o perchè si vuole essere ‘sacerdoti’, quindi gente che ha delle responsabilità e maneggia il potere?
Lo si fa perchè già si vive il sacerdozio di fondo e si vuole svilupparlo ancora di più col sacerdozio ministeriale? O forse si lotta tanto perchè si è dimenticato che già si è tutti sacerdoti, donne comprese?
Ma quanti sono i cristiani che sono convinti di questo, oggi?
E noi, pur sapendo tutto questo, continuiamo a chiamare sacerdote il prete…
Ebbene, lo stesso spostamento di accento, di attenzione che riguarda il sacerdote, c’è anche per tante altre realtà…
Questa è una ricerca che noi cristiani dovremmo fare di più. Anche perchè oggi, grazie a Dio, abbiamo gli strumenti per farlo. Cinquant’anni fa era più difficile. Mancavano ancora molti studi. Studi di gente che ha passato la vita su una parola… e che noi oggi possiamo utilizzare…
Purtroppo lasciamo questi studi, conservati nei libri, negli scaffali…
Ecco perchè non dobbiamo scandalizzarci se i primi cristiani, pur sapendo certe verità, non riuscivano a capirle e a viverle…
11,19-30 La Chiesa di Antiochia
In 11,19 il racconto si interrompe e si apre uno scenario nuovo. Quello che con Pietro si è avverato quasi a spintoni dello Spirito, qui si manifesta come una primizia quasi spontanea di un qualcosa che diventerà sempre più importante:
L’apertura della Chiesa ai pagani
Qui ritroveremo quel personaggio che cambierà la storia della Chiesa delle origini: Saulo. E tornerà grazie a quella colonna della Chiesa che era Barnaba.
Se non ci fosse stato Barnaba nella Chiesa primitiva, la storia sarebbe stata diversa o forse Dio avrebbe dovuto trovare altri modi per realizzare i suoi progetti…
11,19 molti credenti si erano dispersi… predicavano la Parola…’.
Il racconto si ricollega con 8,1. Alla dispersione della prima comunità cristiana di Gerusalemme dovuta alla persecuzione scatenata dopo la morte di Stefano e soprattutto all’opera di Saulo.
Abbiamo già notato che questi cristiani, pur nella tristezza della dispersione, si portano dentro un tesoro, la gioia di un incontro, che non possono tenere per sè. Infatti ‘predicavano la Parola’. Ma a chi? ‘Solo agli ebrei’.
Questa è la convinzione di base: portare un messaggio meraviglioso, ma riservato.Ma avviene l’imprevisto:
11,20-21 ‘Alcuni però ad Antiochia si misero a predicare anche ai pagani… un gran numero si convertì al Signore….
Ad Antiochia sorge quindi la prima comunità cristiana ‘mista’, fatta di ex ebrei e di ex pagani.
Non è stata voluta. Non è stata programmata. Non è nata per un incarico missionario… Potremmo dire che avviene per caso ma crea subito problema.
11,23 I credenti di Gerusalemme vennero a sapere mandarono Barnaba
Lì c’è una Chiesa che sta crescendo e lo sta facendo crescendo al di furi di ogni schema e di ogni controllo creando dei presupposti che possono mettere in crisi la convivenza nella comunità…
Un ebreo battezzato deve avere nei confronti di un pagano battezzato le stesse remore che ha un ebreo verso un pagano, o no? Fino a che punto posso familiarizzare con questi ex pagani?
Dobbiamo imporgli la Legge di Mosè, o no? E se non gliela imponiamo, come facciamo noi stessi a rispettare tutte quelle norme che regalano i rapporti personali e comunitari…?
Mandano quindi un ispettore, Barnaba, perchè si renda conto di cosa succede.
Per fortuna Barnaba non era un burocrate con i paraocchi e inquadrato nei suoi pregiudizi.
Arriva, si rende conto di quello che avviene, vede la sete di Parola di Dio di tanti pagani, capisce che è opera di Dio… e ha un lampo di genio!
‘Tra di noi c’è un uomo che sta vegetando nell’amarezza, si sta buttando via… e qui sarebbe l’uomo giusto al posto giusto… Uno che arde del desiderio di annunciare Cristo… Saulo!’.
Corre quindi a Tarso, prende Saulo e lo porta con se ad Antiochia.
11,26 Barnaba e Saulo operarono in quella comunità per un anno intero…
Saulo si trova finalmente a casa! E la sua opera si manifesta provvidenziale.
11,27 Qui, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani
Potrà sembrarci strano, ma i cristiani non avevano mai pensato di chiamarsi così. Essi avevano altri concetti per definirsi: i discepoli, gli eletti, i santi, i fratelli…
A chiamare ‘cristiani’ i cristiani sono stati gli altri. Forse gli ebrei, per disprezzo pensando che fossero quel gruppo che si illudeva di aver trovato il Messia (Christos, in greco).
Forse i pagani, per distinguerli dagli ebrei e da se stessi… Comunque quell’appellativo pian piano diventerà normale per indicare ‘i seguaci di Gesù di Nazaret’.
L’aiuto alla comunità di Gerusalemme
11,28 Alcuni profeti scesero da Gerusalemme… Agabo… annunziò una carestia….
La comunità di Gerusalemme era sempre un po’ in difficoltà sul piano economico, proprio anche a causa della scelta che avevano fatto di mettere in comune tutti i beni.
Non davano troppa attenzione al lavoro perchè pensavano fosse imminente il ritorno di Cristo…
In una situazione simile è più che comprensibile che una forte carestia abbia portato la comunità alla fame in poco tempo… e qui scatta qualcosa di nuovo: la solidarietà ecclesiale.
Una comunità economicamente florida si prende carico della comunità indigente.
Tutte le Chiese formano un corpo solo. Nessuna ha il diritto di chiudersi in se stessa, neppure sul piano economico. Anzi, questo è (o dovrebbe essere) il meno… Pensate quante carenze si possono manifestare… Di preti, di vocazioni, di presenza religiosa, di catechisti, di volontari per i tanti servizi e bisogni…
Nessuno può dire: ‘La mia Chiesa è a posto, quindi io sto comodo. Gli altri si arrangino…’.
11,29 Decisero di mandare soccorsi ai fratelli…
E chi mandano a portarli? Barnaba e Saulo. Questi due, a Gerusalemme, si troveranno inguaiati in una nuova persecuzione scatenata da Erode, la persecuzione in cui morirà Giacomo, il fratello di Giovanni ( il primo apostolo a morire martire per la fede.)
Il martirio di Giacomo
Perchè Erode fa uccidere Giacomo e perseguita la Chiesa?
12,1-4 In quel tempo Erode cominciò a perseguitare la Chiesa… Fece uccidere Giacomo, fratello di Giovanni. Accortosi che gli ebrei erano contenti, fece arrestare anche Pietro.
Cè una carestia, cova il malcontento… E cosa fanno i capi dei popoli in questi casi? Creano un diversivo. Individuano un qualcuno su cui convogliare le ire della gente… Lo fanno diventare il ‘capro espiatorio’.
E chi meglio dei discepoli di Gesù si presta allo scopo? Sono pochi… sono indifesi… sono malvisti da molti tra i capi e questa diventa una delle persecuzioni più pericolose per i cristiani perchè si riveste di motivazioni sociali o politiche.
È più facile dire: ‘ Accetto di morire perchè tu odi o disprezzi la mia fede’ , che non dire: ‘ Accetto di morire perchè tu mi accusi di essere la causa dei mali della società’.
Non è giusto, perchè non è vero! E restar fedeli diventa da ora, ancora più difficile…