Commento al Vangelo del giorno – 08 Maggio – Ascensione di nostro Signore

Lc 24,46-53
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio
L’ascensione non segna il distacco tra Dio e l’uomo, un solco tra una presenza tangibile e un’assenza che ci lascia orfani di uno sguardo, di una parola e di una guida. Gesù termina la sua esperienza terrena per aprirci il cielo, sale al Padre per prepararci un posto. Con se porta ciò che per sempre ha assunto: un brandello della nostra povera umanità; Colui che siede per sempre alla destra del Padre è vero Dio ma anche vero uomo. Questo mistero Dante Alighieri cerca di spiegarcelo nel Canto XXXIII del suo Paradiso, quando, per un solo istante, può fissare il suo sguardo in Dio, Uno e Trino, luce perenne sempre identica a se stessa da un lato, ma che assume tonalità diverse dall’altro. «Osservai a lungo e con attenzione il secondo cerchio, che in te appariva generato come un raggio riflesso, e vidi che esso recava al suo interno, dipinta con il suo stesso colore, la nostra immagine umana». (Luciano Corona, Paradiso di Dante / riscrittura interpretativa in prosa e per tutti). L’immagine di ogni uomo è custodita per sempre, meglio riflessa per l’eternita, nell’ “unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. (dal Credo Cattolico).
“Vado a prepararvi un posto …”(Gv 14, 2) L’uomo è rivestito di una nuova dignità, diventa familiare di Dio, è atteso in Paradiso. Ascendendo al cielo Gesù sembra dirci: «Sorgi, allontaniamoci da qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del Paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio» (Un’antica omelia sul sabato santo). L’Ascensione segna anche l’inizio di un nuovo tempo, quello della Chiesa, che, guidata dallo Spirito Santo, è chiamata a portare ad ogni uomo il lieto annunzio della salvezza, segno visibile della perenne presenza di Gesù che rimane con noi fino alla fine del mondo. Ascensione: l’uomo sale con Gesù nel mistero di Dio, inizio di un nuovo tempo, attesa di un glorioso ritorno.
don Luciano