Vangelo di oggi

Commento al Vangelo del giorno – 08 Settembre – Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio

Il Vangelo di oggi: Mt 12, 46-50

beata vergine mariaCosì fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Commento al Vangelo di oggi:

Così canta la Liturgia: «Celebriamo con gioia la nascita della Beata Vergine Maria: da lei è sorto il sole di giustizia, Cristo, nostro Dio». «I confini dell’universo ti proclamano gloriosa e cantano con amore: “Rallegrati, Maria, Libro santo, dove il dito del Padre ha scritto il Verbo”». La Vergine Maria è nata per dire il suo “sì” alla Parola di Dio, per questo è proclamata beata e può intercedere per noi presso il Figlio suo.

Oggi la chiesa è in festa nel ricordo della nascita della Beate Vergine Maria, “il Libro santo, dove il dito del Padre ha scritto il Verbo”. E’ interessante notare come i Vangeli coprano con un velo di pudore il giorno Santo della nascita della Vergine: nessuna menzione o annotazione; nessuna traccia dei suoi genitori e della sua famiglia. Tutto avviene nell’ordinarietà, nel silenzio del tempo e della storia. Maria è una di noi, la sua famiglia ha le stesse umili origini delle nostre famiglie: Dio compie le sue grandi opere nella penombra, lontano dai riflettori, alla fioca luce di un focolare dove si consumano gli ultimi bisbigli del giorno che volge al declino. Solo alcuni testi che si sono formati nel primo millennio cercano di colmare il vuoto lasciato dai Vangeli canonici. Il Sinassario di Ter Israel ci ricorda la bontà e la giustizia di Gioacchino e Anna sottolineando che: “Dividevano in tre parti il reddito annuale delle loro fatiche: destinavano la prima parte al Tempio di Dio, ai sacerdoti ministri del Tempio; la seconda parte essi la dividevano tra i poveri e gli indigenti; la terza parte serviva per loro, per la famiglia e gli ospiti. Avevano così regolato la loro vita in tutto, e avevano vissuto insieme piamente, dedicandosi alle buone opere per ben vent’anni”. Dio sceglie questa famiglia buona e segnata dalla sterilità di Anna per far nascere e crescere la Vergine Santa. Maria è un dono per i Santi Gioacchino e Anna, come è un dono per ciascuno di noi a prescindere dalla nostra sterilità o dai nostri meriti. Per avere come Madre la Vergine Maria dobbiamo coltivare uno spazio di bontà, dividere quel poco che siamo in tre parti. Il Vangelo dello Pseudomatteo precisa: «L’angelo apparve di nuovo a Giacchino durante il sonno e gli disse: “lo sono l’angelo che Dio ti ha dato come custode; scendi e ritorna ad Anna senza timore perché le opere buone che tu e la tua sposa Anna avete compiuto hanno ricevuto merito di fronte all’Altissimo e vi è stata accordata una posterità tale che, dalle origini, profeti e santi non hanno avuta, tale che non avranno mai”» […]. La bontà genera sempre un raggio di luce, una piccola stella del mattino, un’aurora di salvezza che vince le tenebre della sera.

 

 

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