Commento al Vangelo del giorno – 12 Giugno – La tua fede ti ha salvata
Il Vangelo di oggi: Lc 7, 36-50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati? ». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Commento al Vangelo del giorno:
Luca nell’episodio del fariseo e della peccatrice racconta un miracolo, il più bello di tutti, di Gesù: il miracolo dell’amore. Gli Apostoli commentano per noi le parole di Gesù: «Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati» (1Pt 4,8). «Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati » (Gc 5,20).
La donna del Vangelo che entra furtiva nella casa di Simone, il fariseo, non ha un nome, gli uomini la identificano con il suo peccato, col marchio infamante che porta impresso sulla fronte: “una peccatrice di quella città” . Ma questa donna deve aver intuito che Gesù va oltre il peccato e sa distinguere la creatura dal male che la segna. Afferma Sant’Agostino: «L’uomo e il peccatore sono come due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera dell’uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. Devi odiare in te la tua opera, e amarvi l’opera di Dio. E quando cominci a dispiacerti di ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché riprovi le tue opere cattive. Allora, tu operi la verità e vieni alla luce […]».
Gesù non identifica la peccatrice con il peccato ma la chiama donna; vede in lei l’arcana innocenza, nelle sue lacrime la nostalgia di un’antica giovinezza inaridita dalle rughe della debolezza e dell’umana fragilità. La peccatrice diventa di nuovo donna, ritrova la dignità artefatta dal fango perché a scorto in Gesù non il giudizio ma la misericordia, il perdono anziché la condanna.
(don Luciano Vitton Mea)