Commento al Vangelo del giorno: 16 Luglio 2017 – Dio spreca, anzi, sperpera

Il Vangelo di oggi: Mt 13,1-23 (forma breve Mt 13,1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda».
Commento al Vangelo del giorno:
Le parabole di Gesù, con le parole che rappresentano immagini della vita di ogni giorno, superano e santificano la capacità del linguaggio abituale, perché entrano nella nostra vita e la cambiano. C’è grande divario tra la parola, il pensiero e la realtà, e «quando si tratta di Dio il pensiero è più vero della parola e la realtà più vera del pensiero». Il regno di Dio e all’opera anche oggi, e questo «oggi» di Dio è seme di una vita nuova nella Chiesa e nel mondo.
Leggendo il Vangelo di oggi si ha come l’impressione viva di Gesù che percorre tutte le contrade della Terrasanta, portando ovunque la buona Novella del Regno di Dio. Una vera pioggia di luce su un mondo che si è sempre distinto per il buio di cui sa circondarsi. È come se la verità, che è Dio stesso che si rivela all’uomo, volesse anche ai nostri tempi rompere quella fitta coltre di nebbia che impedisce di camminare sicuri.
Dio spreca, anzi si spreca. La parabola del seminatore ci insegna che a tutti deve essere data un’opportunità. La strada, il terreno sassoso, le spine che crescono e soffocano i germogli appena spuntati sono terreni dove difficilmente le spighe cresceranno e porteranno frutto. Eppure Dio semina, i chicchi cadono. Forse un chicco finito nel becco degli uccelli scivolerà e cadrà vicino al nido, sotto l’albero, dove un lembo di buona terra lo farà crescere. Un piccolo seme caduto tra le spine troverà un lembo di terra rimossa dall’animale selvatico, là, dove i rovi sono meno fitti e il sole scalda e la pioggia scende e irrora. Forse crescerà. Ad ogni seme viene data una possibilità, una pur minima opportunità. Quando ascolto questa parabola il mio cuore si apre alla speranza. Penso: “Sono strada, sassi, rovi. Eppure Gesù non mi ha escluso, il suo seme è caduto anche dentro di me, non è andato oltre. E’ passato, e ancora passerà. Se la prima semina non ha portato frutto, pazienza. Mi darò da fare. Voglio diventare terreno coltivabile; zapperò, strapperò i rovi, raccoglierò i sassi e comprerò, con i miei risparmi, un po’ di terriccio, dove il seme possa crescere e diventare messe. Domani, allo spuntar del sole, il Seminatore ripercorrerà il mio sentiero per andare nel campo vicino a quello già seminato. Voglio essere pronto!”.