Commento al Vangelo del giorno – 19 Febbraio – la vostra giustizia
Il Vangelo di oggi: Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quelladegli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!»
Commento al Vangelo di oggi:
I doni che offriamo in chiesa sono importanti, ma più importante è avere il cuore libero da risentimenti. Facciamo in modo che nel nostro intimo non rimangano contese e gelosie, disponiamoci al perdono, alla riconciliazione, affidando a Dio le nostre fatiche e le nostre sofferenze. Allora potremo offrire a Dio un dono a lui gradito.
La giustizia cristiana deve essere superiore a “quella degli scribi e dei farisei”, perché si fa davvero presto ad “uccidere”, sia col pensiero che con la lingua. Così è per l’invidia, sottolinea Papa Francesco, “uccide e non tollera che un altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre soffre, perché il cuore dell’invidioso o del geloso soffre. E’ un cuore sofferente!… Ma quante volte nelle nostre comunità per gelosia si uccide con la lingua. Uno ha invidia di questo, di quell’altro e incominciano le chiacchiere: e le chiacchiere uccidono! E io, pensando e riflettendo su questo passo della Scrittura, invito me stesso e tutti a cercare se nel mio cuore c’è qualcosa di gelosia, c’è qualcosa di invidia, che sempre porta alla morte e non mi fa felice; perché sempre questa malattia di porta a guardare quello che di buono ha l’altro come se fosse contro di te. E questo è un peccato brutto! E’ l’inizio di tante, tante criminalità. Chiediamo al Signore che ci dia la grazia di non aprire il cuore alle gelosie, di non aprire il cuore alle invidie, perché sempre queste cose portano alla morte. Pilato era intelligente e Marco nel Vangelo dice che Pilato se ne era accorto che i capi degli scribi gli avevano consegnato Gesù per invidia. L’invidia, secondo l’interpretazione di Pilato, che era molto intelligente ma codardo!, è quella che ha portato alla morte Gesù. Lo strumento, l’ultimo strumento. Glielo avevano consegnato per invidia. Anche chiedere al Signore la grazia di non consegnare mai, per invidia, alla morte un fratello, una sorella della parrocchia, della comunità, neanche un vicino del quartiere: ognuno ha i suoi peccati, ognuno ha le sue virtù. Sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere per invidia o per gelosia”.