Commento al Vangelo del giorno – 19 Giugno – Ogni giorno

Lc 9,18-24
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».
Meditiamo la Parola
Ogni giorno
Meditazione di Fiorella Elmetti – Piccola figlia della croce – Lumezzane
Forse, già lo sapete, ma fa bene ricordare che quando Gesù ha cominciato a dire che Egli “doveva soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere” tra i suoi discepoli c’è chi si è scandalizzato, a partire dal buon Pietro, scelto da Gesù come capo degli apostoli. Infatti, secondo la logica umana fa scandalo che il Messia debba soffrire o, meglio, che voglia soffrire per amore nostro. Quell’espressione “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto” contiene un comando (deve soffrire) che non viene dall’esterno ma parte dall’interno del cuore di Gesù, indicandoci che Egli “sceglie” di amarci attraverso la sofferenza. Ma non credo che Egli intendesse dare priorità alla sofferenza fisica (quella può essere una variabile), quanto alla fatica tipica di chi vuole amare e dare senso alla propria vita. In questa prospettiva, tutti possiamo “respirare” e tornare a comprendere quanto sia importante che ogni giorno, (nel segno dell’oggi) facciamo nostra la scelta di Gesù. Ne guadagna la qualità della nostra vita, perché “lasciarsi vivere, significa vedersi morire” (V. Ghika).