Commento al Vangelo del giorno – 25 Gennaio – proclamate il Vangelo
Il Vangelo di oggi: Mc 16, 15-18
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Commento al Vangelo di oggi:
La nostra vita cristiana è fondata sulla volontà di ascoltare Dio, di obbedirgli. Il segno che si obbedisce a Dio è fare la volontà del Padre che è nei cieli, mettere in pratica i suoi comandamenti. «È Dio che opera in noi il volere e il fare», ci dice san Paolo. Se, come Paolo, ci lasceremo attrarre da Cristo e vivremo questa conversione, cammineremo nella luce che è Cristo stesso.
Ci sono tanti modi per “andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo”, tra questi c’è anche lo scritto di uno scrittore. Luigi Santucci, poeta e scrittore cattolico, nel suo testamento spirituale ai figli ha lasciato scritto così: “La ragione più segreta e più forte per cui ho fatto questo mestiere di scrittore, e della quale ho preso coscienza ultimamente, è… sì, è la vocazione, la spinta, la volontà di lodare. Lodare quante più cose posso. Persone, luoghi, rapporti umani, sentimenti, autori e le loro parole, o se musicisti le loro musiche. Ho lodato, ho cercato di applaudire, di risuscitare nella lode, quante più cose ho potuto. Anche la vecchiaia, che come ricordate non mi è mai stata simpatica né gradita. Scrivere per lodare. Dunque certo una letteratura alquanto inammissibile, in anni come questi dove quasi tutto è squalificato come negativo, come spregevole, come il contrario che “degno di lode”. Spero che questa mia chiacchierata a ruota libera lasci voi, figli miei, con un grande conforto: nel sapere, nel sentirmi con questa voce affermare che me ne sono andato in pienezza di soddisfazione e di gratitudine alla mia sorte. E adesso… buona vita, figli miei. Buona vita… Io vorrei che voi, nell’amare l’altro, vorrei che scriveste su una vostra ideale lavagna domestica alcune parole – come dire – più stimolanti, più prepotenti.
Le parole entusiasmo, immaginazione, cocciutaggine; e magari anche, sì, le parole pietà innamorata, memoria e sogno. Perché si ama non solo col cuore e coi sensi, ma si ama con queste facoltà (l’entusiasmo, l’immaginazione, la fantasia, la memoria, il sogno, accidenti!), mobilitate tutte e tutti i giorni per quel miracolo che è la conservazione e la crescita dell’amore”.