Vangelo di oggi

Commento al Vangelo del giorno – 25 Novembre – Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita

Il Vangelo di oggi: Lc 21, 12-19

cristaini-persecuzioniIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su divoi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Commento al Vangelo di oggi:

Spesso ci preoccupa il modo di «dare testimonianza» davanti al mondo con le nostre parole, più che con la nostra vita. La Chiesa ricorda le parole di Gesù: «Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,20) e tutti sappiamo che se «nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto», a maggior ragione nemmeno andrà perduta una parola detta con amore, «con dolcezza e rispetto, per far vedere a tutti la speranza che è in noi»

Don Andrea Santoro ucciso in Turchia nel 2006, pochi giorni prima di morire scriveva: “Una sera verso gli inizi di dicembre, ero in strada con il mio pulmino. Dovevo girare, ho messo la freccia e ho cominciato a voltare. Veniva una macchina velocissima. Ha dovuto frenare per non investirmi. Uno è sceso e ha cominciato a urlare. Conoscendo l’irascibilitàdei turchi, soprattutto se sono ubriachi, ho proseguito,temendo brutte intenzioni. Mi sono accorto che mi inseguivano. Arrivato in piazza mi hanno sbarrato la strada. Mi sono trovato con la portiera aperta, uno che mi ha sferrato un pugno, un altro che mi strappava dal sedile e l’altro ancora che voleva trascinarmi. Ho portato il segno di quel pugno per qualche giorno e la spalla, tirata, che a volte mi fa ancora male. È intervenuta la polizia: erano ubriachi ed è stato fatto un verbale a loro carico. Me ne sono tornato a casa stordito, chiedendomi come si potesse diventare delle bestie. Mi sono venuti in mente i litigi in cui ci scappa un morto, le violenze fatte a una ragazza sola, il divertimento sadico ai danni di qualche povero disgraziato. Devo dirvi la verità: ho avuto paura e per qualche notte non ho dormito. Continuavo a chiedermi: perché? Come è possibile? Una settimana dopo, verso sera, hanno suonato al campanello della chiesa. Sono andato ad aprire, erano tre giovani sui 25-30 anni. Uno mi ha chiesto: «Si ricorda di me?». Ho guardato bene e ho riconosciuto quello che mi aveva tirato per la spalla. «Sono venuto a chiederle scusa. Ero ubriaco e mi sono comportato molto male. Padre mi perdoni». «Va bene, gli ho detto, stai tranquillo. Ma non farlo più, per chiunque altro». Subire il male e la cattiveria del mondo non è certo piacevole, eppure sappiamo che niente va perduto, tantomeno l’amore.

   

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