Commento al Vangelo del giorno: martedì 13 Dicembre – Il nostro Dio non ci è straniero

Il Vangelo di oggi: 21,28-32

E’ venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto!

giovanni battista
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Contemplo:

Quando Dio parla dice la verità. Ma verrà un giorno in cui anche i popoli tutti non avranno impurità sulle loro labbra, e la conseguenza sarà la preghiera. Se capiamo la verità non possiamo fare altro che cogliere la distanza tra ciò che abbiamo per le mani e la completezza che solo Dio può donare. Da qui, dalla sincerità della comprensione della nostra realtà nasce la richiesta. Non ci rivolgiamo indistintamente a chi non conosciamo, ma possiamo chiamare Dio con il suo nome. Invocarlo per colui che è. Sappiamo cosa aspettarci da lui. Il nostro Dio non ci è straniero, né possiamo essere in dubbio sulla sua natura. Sappiamo chi e cosa intende darci. Non ci saranno sorprese se non nell’abbondanza di grazia che giungerà in risposta alle nostre invocazioni. Grazia che basterà per tutti.

Commento al Vangelo del giorno:

Il Vangelo ci presenta un padre con due figli. Non fatichiamo troppo a riconoscere in quel Padre il Dio di Gesù Cristo che quasi supplichevole desidera coinvolgerci nel suo amore, e noi identificarci con uno dei suoi fratelli. E’ il paradosso della nostra fede! Chiamati per grazia a essere figli, partecipi dell’eredità divina, ma sempre liberi di accoglierla o rifiutarla. La nostra sequela anche oggi si gioca nella libertà e responsabilità. Il figlio amato, il Signore Gesù, ci doni in questo giorno di comprendere la grandezza della chiamata alla vita cristiana: egli, che offrendo la sua vita di figlio ci ha resi capaci di divenire a nostra volta figli, ci apra alla vita nuova dei fratelli che con gioia lavorano nella vigna del Padre, contenti di condividere e partecipare alla medesima eredità.