Considera la realtà in cui vivi, l’impegno, il lavoro, le relazioni, le adunanze, le camminate, le spese da fare, il giornale da leggere, i figli da ascoltare, come un tutt’uno da cui non puoi staccarti, a cui devi pensare. Dirò di più: un tutt’uno attraverso il quale Dio ti parla e ti conduce. Non è fuggendo che tu troverai Dio più facilmente, ma è cambiando il tuo cuore che tu vedrai le cose diversamente. [ … ] Vedere le cose con occhio nuovo, toccarle con uno spirito nuovo, amarle con un cuore nuovo. Teilhard de Chardin direbbe: abbracciarle con cuore casto. È allora che non occorre più fuggire, alienarsi, chiudersi tra sogno e realtà, spaccarsi tra ciò che penso e ciò che faccio, andare a pregare e poi distruggersi nell’azione, fare i pendolari tra Marta e Maria, restare perennemente nel caos, avere il cuore diviso, non sapere dove sbattere la testa. Sì, la realtà ci educa e come! La realtà è il vero veicolo sul quale Dio cammina verso di me. Nel reale trovo Dio molto più vitalmente che nei bei pensieri che di lui o su di lui mi posso fare. Specie se è una realtà dolorosa dove la volontà è messa a dura prova e dove riscopro con più evidenza la mia povertà.
Carlo Carretto