«Amare significa non fare più paragoni ». Bernard Grasset
Un saggio orientale diceva che il paragone è la prima fonte di sofferenza. Infatti, finché facciamo paragoni, non possiamo conoscere la soddisfazione. Chi ha lo spirito incline a far paragoni è costantemente sul chi vive, roso dall’ansia di trovare sempre qualcosa di più odi migliore. La società dei consumi ha amplificato questa inclinazione, lodando le virtù del più astuto, che conosce i segreti di ciò che è migliore o meno caro, o di che cosa si può avere di più allo stesso prezzo. Si potrebbe persino dire che tutta la nostra società è costruita sul principio comparativo, come se il nostro animo fosse obnubilato dall’assillo dell’occasione mancata o della scelta discutibile. Anche i giornali sono ghiotti di classifiche sullo stipendio degli impiegati, le città in cui è meglio vivere, e interi dossier sono dedicati a classifiche e gerarchie… L’amore, poiché riempie tutto il nostro campo visivo, tutto il nostro cuore, ci permette di sfuggire al pericolo della rivalità: non è una misura quantificabile, non diminuisce nulla, entra in noi in modo del tutto pacifico. Ciò che sceglie il cuore non è necessariamente la cosa più perfetta, perché ci sono imperfezioni irresistibili. Il cuore che ama accetta tutto, comprese le debolezze, per farne qualcosa di unico. Per dirlo nel modo giusto… incomparabile!