Fu uno scandalo
Quella notte Iosef sognò. Me lo ha raccontato in seguito. Sognò un angelo che gli ordinava il necessario. Al mattino riunì la famiglia e dichiarò la sua decisione; sposava Miriàm alla data prevista di settembre, anche se era incinta. Sotto la tenda della cerimonia si sarebbe vista la mia gravidanza. Non ascoltò ragioni. Fu uno scandalo. Il villaggio era contro di lui. “Si è fatto abbindolare da Miriàm, gli ha rifilato chissà che storia e lui se l’è bevuta.” “Iosef è un ingenuo.” “Iosef non è un uomo.” “Iosef ha infranto la legge.” “Non ha neanche fatto ricorso alla legge delle gelosie.Poteva almeno farle bere l’acqua amara davanti al sacerdote.” “E perché? Non è geloso, se la tiene così, piena di un altro.” “Ma sì, non è dei nostri, non è un galileo, è uno della stirpe di Giuda, è un betlemmita. Se ne tornasse là con la sua adultera e il bastardo. ” Grandinavano insulti sulle sue spalle. Si stava facendo lapidare al posto mio. E io non potevo stargli vicino, baciargli le mani, farlo sorridere, perché sorrideva sempre al mio sorriso. Dovette lasciare la bottega di falegname dov’era il primo aiutante. Ne aprì una sua minuscola con pochi attrezzi presi a credito. Ma era il più bravo tagliatore e la gente doveva per forza rivolgersi a lui. Non parlava con i clienti perché nessuno voleva parlare con lui, solo la breve trattativa sul prezzo e la consegna. Al sabato alla casa di preghiera sedevamo nei settori separati degli uomini e delle donne ed eravamo isolati. Dovevamo aspettare. Intanto era tempo di mietitura e in molti avevano bisogno di arnesi nuovi. Iosef lavorava molto, i manici delle sue falci erano i migliori. Intorno a lui il silenzio cominciò a cedere, i primi saluti in piazza, i complimenti per la qualità dei suoi legni. Rispondeva senza orgoglio esenta la cordialità di prima.
Da “In nome della Madre” di Erri De Luca