Iddio è andato in cerca dell’uomo
Iddio è andato in cerca dell’uomo nel regno dello smarrimento. Non s’è accontentato di guardare giù con uno sguardo di amore, di chiamare e attrarre l’uomo, ma è entrato egli stesso nella sua condizione. Ecco l’esistenza di Gesù. Quella caduta dell’uomo nel nulla, determinata con la ribellione a Dio, e in cui alla creatura non rimanevano se non sfacelo e disperazione, egli l’ha vissuta fino in fondo con l’amore di uno spirito vigilante, di una volontà libera e di un cuore sensibile. L’annichilimento è tanto più profondo quanto più grande è colui che ne è colpito. Nessuno è morto così come è morto Cristo, perché egli era la stessa Vita. Nessuno è stato colpito per il peccato come lui. Nessuno ha sperimentato la caduta nel perfido nulla come lui. Egli è stato realmente l’annientato. Ha dovuto soccombere – pur tanto giovane. La sua opera gli fu troncata nel momento in cui sarebbe dovuta fiorire. I suoi amici gli furono tolti, e il suo onore distrutto […]. Non aveva più nulla. Non era più nulla: «un verme, e non un uomo». Così, in un senso impensabile, egli «discese agli inferi». Ivi il Figlio infinitamente amato dall’eterno Padre toccò l’abisso assoluto, il fondo del male, andando avanti fino a quel nulla dal quale sarebbe dovuta sorgere la nuova creazione: la ri-creazione dell’uomo nuovo, del nuovo cielo e della nuova terra[…]. Se uno domanda: Che vi è dunque di certo? Di così certo da potervi consacrare la vita e la morte? Di così certo da potergli affidare tutto? La risposta dice: l’amore di Cristo. Solo attraverso Cristo sappiamo che Dio ama perdonando. Anzi, saldo sta solo ciò che si è rivelato sulla croce: l’intenzione che vi regna, la forza che riempie quel cuore. È proprio vero ciò che sovente si annuncia in maniera così inadeguata: il cuore di Gesù Cristo è principio e fine di tutto
(R. GUARDJNI, l/Signore,Vita e pensiero, Milano 1977,493-495).