Il piccolo lago del nostro cuore
Le acque del piccolo lago riflettevano orgogliose i raggi del sole; anche la luna, con la sua coorte di piccole stelle, amava, durante le ore notturne, guardarsi in quel piccolo specchio che raccoglieva, come una chioccia i pulcini, le decine di rigagnoli che scendevano dalle vette dei monti danzando tra le rocce verso la valle. I passanti, bagnandosi la fronte per placare l’arsura, dicevano: “E’ proprio bello e pulito questo piccolo lago”. Le brezze mattutine e quelle serali ricamavano, come le fanciulle sulle lenzuola della dote, tra le onde delle greche bianche e spumeggianti che andavano ad adagiarsi sulle sue rive verdi e rigogliose. Anche le anatre selvatiche amavano immergersi nelle fresche acque del piccolo lago lasciando dietro di loro delle impercettibili rughe che subito lascavano il posto alla sottile corrente che, con la maestria di un sarto, ricuciva l’azzurro manto della piccola gora. Solo i pesci sembravano disertare tanto splendore. Un’estate particolarmente calda ed afosa inaridì i rivoli che alimentavano il piccolo lago che ben presto rivelò il fango del suo fondale pieno di rifiuti, ferraglia e immondizia; alcuni pescatori di trote constatarono stupiti: “Ecco perché i pesci disertavano questo piccolo lago”.
Così è la vita di tanti uomini: bella e piacevole in superficie ma piena di cattiveria e putridume sotto la coltre spessa di uno stucchevole perbenismo. Ma come distinguere la bontà dalla cattiveria, un fondale fangoso da uno pulito e trasparente? Ce lo insegna Gesù: “la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”. E’ la bocca che rivela la bontà o la cattiveria di una persona; un uomo, una donna possono fare mille elemosine, impegnarsi in mille attività caritatevoli ma se sulle loro labbra corre la maldicenza, il pettegolezzo, la diceria, la calunnia sono come il piccolo lago: belli in supervice ma marci nel cuore.
don Luciano Vitton Mea