Il Santo del giorno – 26 Giugno – San Costantino Imperatore

Il grande imperatore romano, il primo a convertirsi al cristianesimo, ha goduto e gode di un gran culto da parte delle Chiese Orientali e nel ‘Sinassario Costantinopolitano’ egli è celebrato il 21 maggio, insieme a sua madre la santa imperatrice Elena († 329 ca.).
In Occidente il culto fu abbastanza tiepido, concentrandosi soprattutto in luoghi che ebbero un forte influsso bizantino come Calabria, Sicilia, Sardegna o che vi furono trasportate delle reliquie come in Inghilterra e Boemia; il ‘Martirologio Romano’ non porta il suo nome, mentre la madre s. Elena è celebrata al 18 agosto.
I meriti di questo grande imperatore, giustamente chiamato Costantino I il Grande, sono indiscussi, specie per la lungimiranza con cui seppe comprendere e valutare, l’inarrestabile forza del cristianesimo, che sebbene da tre secoli perseguitato e con innumerevoli martiri, si espandeva con il suo contrapporsi alle ideologie del mondo pagano, in ogni angolo dell’immenso Impero Romano.
Flavio Valerio Costantino nacque a Naisso, odierna Nissa in Serbia nel 280 ca., figlio di Costanzo I Cloro allora semplice ufficiale e da Flavia Elena sua moglie morganatica, cioè inferiore di grado sociale.
Quando suo padre fu nominato “cesare” nel 293, Costantino venne allevato a Nicomedia alla corte di Diocleziano (243-313), sia per educarlo ad essere in futuro associato all’Impero, sia per garanzia dello stesso Costanzo Cloro (chiamato così per il pallore del viso).
Accompagnò Diocleziano in Egitto nel 296 e poi al servizio di Galerio, ‘cesare’ collega di suo padre; come tribuno militare combatté contro i Persiani e i Sarmati.
In virtù del nuovo sistema politico della tetrarchia, nel 305 il padre Costanzo I divenne imperatore e richiamò presso di sé il figlio Costantino, che lo seguì in Britannia in una campagna contro i Pitti e nel 306 alla morte del padre, per acclamazione dei soldati ne assunse il titolo e il comando.
Volendo riassumere, per evitare una cronologia storica troppo lunga, bisogna dire che nel ventennio successivo, fu costretto a combattere fra alleanze e guerre, con gli altri pretendenti al trono (Massimiano, Massenzio, Licinio, Galerio e Massimino Daia), riuscendo ad imporsi come unico imperatore solo nel 324.
In questa lotta per il potere, non furono risparmiati assassinii di rivali, né guerre fra gli opposti eserciti romani e in questo scenario avvenne il 28 ottobre 312, la grande battaglia sulla Via Flaminia al Ponte Milvio, quando Costantino affrontò Massenzio suo cognato (perché ne aveva sposato la sorella Fausta); Costantino riportò una grande vittoria mentre Massenzio morì annegato nel Tevere.
La leggenda narra, che la vigilia della battaglia, Gesù apparve in sogno all’imperatore, chiedendogli di scrivere sugli scudi dei suoi soldati le prime due lettere del Suo nome (in greco XP); inoltre il giorno seguente Costantino I avrebbe visti stagliarsi contro il sole una croce e nel cielo la scritta: “In hoc signo vinces”.
Da questo scaturì, agli inizi del 313, il famoso ‘editto di Milano’ , che firmato anche da Licinio, associato alla guida dell’impero, proclamò la libertà di culto per i cristiani, ordinando anche la restituzione dei loro beni confiscati.
Iniziò così la nuova era cristiana, che scalzerà completamente il paganesimo, portando una nuova valutazione dell’essere umano composto di anima e di corpo, la sua identità di creatura di Dio, rigenerata dal sacrificio di Cristo, la sua uguaglianza davanti a Dio, senza più caste e schiavitù e il concetto di libertà per tutti.
L’aspetto storico di Costantino lo vede ancora come baluardo ai Barbari, favorendo la loro evangelizzazione e permettendo il loro inserimento (300.000 persone) entro il territorio dell’Impero.
Fece uccidere nel 326, per contrasti e congiure di palazzo, il proprio figlio Crispo accusato dagli invidiosi fratellastri e dalla matrigna Fausta, di attentare al suo onore e poi sempre reagendo spietatamente, fece uccidere la stessa moglie Fausta, sospettata di adulterio.
La tragedia di corte, influì enormemente sul suo carattere e sulla sua politica religiosa, forse per rimorso e pentimento, forse per le rimostranze del clero, forse anche per la sua ricerca e tendenza al monoteismo, che l’avvicinò all’inizio al culto del Sole.
La sua conversione al Cristianesimo, in realtà avvenne alla fine della sua vita, quando sul letto di morte, prima di spegnersi il 22 maggio 337, fu battezzato dal vescovo ariano Eusebio di Nicomedia, città della Bitinia presso cui si trovava alla testa del suo esercito, per combattere Sapore II re di Persia.
Dare una valutazione su Costantino imperatore, non è compito di questo presente lavoro, del resto sono infiniti i testi storici che hanno analizzato il suo governo, qui accenniamo soltanto a qualche aspetto.
Si prefisse di unificare un impero vacillante, anche se di fatto la profonda spaccatura fra le tradizioni culturali e spirituali della parte bizantina e quella romana, era ormai insanabile.
Fece coniare nuove monete d’oro (solidi), che rimasero la base di scambio fino alla fine dell’impero bizantino.
Divise l’Impero in quattro prefetture; costituì con membri permanenti il nuovo consiglio della corona (sacrum consistorium); il Senato di Roma e quello di Bisanzio, vennero trasformati in semplici consigli cittadini; riorganizzò l’esercito di cui si proclamò comandante supremo.
L’imperatore Costantino intervenne anche nelle questioni di dottrina religiosa e presiedette il primo Concilio Ecumenico della Chiesa, tenutosi a Nicea nel 325; in effetti egli si atteggiò a “episcopus externis”, vescovo esterno, della Chiesa.
Nel 326 iniziò la costruzione di Costantinopoli, sul luogo della antica città greca di Bisanzio, dandole il suo nome e trasferendovi la capitale dell’Impero.
Promosse direttamente o indirettamente attraverso i suoi familiari, la costruzione di molti edifici sacri, che ancora oggi, nonostante le profonde trasformazioni., hanno conservato la denominazione di “costantiniano”.
Fra i più importanti: a Roma, la basilica del S. Salvatore (oggi S. Giovanni in Laterano); la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, fondata dalla madre s. Elena dopo il pellegrinaggio ai Luoghi Santi, voluto anche dal figlio; le primitive basiliche di S. Pietro e S. Paolo sulle tombe dei due Apostoli; la basilica di S. Lorenzo sulla via Tiburtina; la basilica di S. Agnese sulla Nomentana.
In Palestina, le basiliche della Natività a Betlemme, della Resurrezione a Gerusalemme e dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi; a Costantinopoli la celebre basilica dei SS. Apostoli, in cui fece erigere la sua tomba, ai lati del sarcofago sorgevano dodici stele, commemorando ognuna un apostolo e ciò ha contribuito a promuovere in Oriente il culto di Costantino come “isapostolos”; inoltre tante altre chiese sparse in tutto l’Impero d’Oriente.
Costantino lasciò l’Impero, della cui unità spesso viene considerato l’artefice, diviso tra cinque eredi: i suoi tre figli, Costantino II, Costante e Costanzo II e i due nipoti Dalmazio e Annibaliano.
Questa suddivisione, in contrasto con la sua politica ed esperienza, portò funeste conseguenze con uccisioni e guerre tra i designati successori, che nel disordine indebolirono l’Impero, accelerando la sua divisione e facilitando l’invasione dei Barbari.
In nome di una “Donazione di Costantino”, documento inviato dall’imperatore a papa s. Silvestro I (314-335) in cui si dà il conferimento al vescovo di Roma del primato su tutte le Chiese del mondo e della sovranità civile su Roma, l’Italia e l’Occidente, sorse nel Medioevo il potere temporale dei Papi.
Al nome di Costantino si lega il trionfo del Cristianesimo sul mondo pagano e di lui si è fatto il modello perfetto del principe cristiano, e come tale, specie in Russia, si paragonavano a lui i principi orientali.
Dopo la sua morte, i cortigiani, l’esercito, il popolo di Costantinopoli, gli resero gli onori della venerazione dei ‘beati’ e dopo la morte, ottenne ciò che aveva desiderato in vita, cioè di essere associato agli Apostoli, non solo con la sepoltura nel tempio a loro dedicato, ma ricevendo anche gli onori e le preghiere a loro rivolte nelle chiese e nelle celebrazioni liturgiche.
La rivalità tra l’Oriente e l’Occidente ecclesiastico, a causa della controversia ariana del IV secolo e tra Costantinopoli e Roma per motivi di prestigio, portò gli orientali a proclamare Costantino “uguale agli Apostoli”, emulo di Pietro e paragonabile a Paolo.
Ecco perché la sua tomba fu onorata come quella di un santo e il suo nome invocato come quello di un martire per ottenere grazie. Nell’iconografia orientale è spesso rappresentato con s. Elena ai lati della Croce.
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