Commento al Vangelo del giorno – 26 Giugno – va’ e annuncia il regno di Dio
Il Vangelo di oggi: Lc 9, 51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Commento al Vangelo del giorno:
Siamo chiamati alla libertà dei figli di Dio, purché – scrive l’apostolo Paolo – «questa libertà non divenga un pretesto» (Gal 5,13) per vivere secondo i propri capricci. Vivere in Cristo ci porta a essere a «servizio gli uni degli altri», in una libertà più alta e più vera, quella di vivere pienamente secondo la volontà di Dio e il suo amore per tutta l’umanità.
«Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»
Le vie di Dio sono senza ritorno. Ci si può fermare, alle volte si cade, il passo può diventare pesante, in alcuni momenti si zoppica, ma non si può tornare indietro. Una volta imboccata la strada di Dio e del prossimo non c’è spazio per i rimpianti, per uno sguardo che, furtivo, volge al borgo dove vivono i ricordi e gli affetti di un tempo. Tra i sassi e la polvere del sentiero che conduce a quel piccolo dosso, dove si erge una croce, trovi te stesso, la tua storia, dei volti d’amare. Trovi l’uomo, il meglio dell’uomo. Trovi Cristo avvolto nelle vesti del povero, ricoperto di solitudine, con gli occhi velati di pianto. Trovi l’amore, l’eterna giovinezza che mai ti verrà tolta. “Chi ama profondamente non invecchia mai neanche quando ha cent’anni. Potrà morire di vecchiaia ma morirà giovane. L’amore è l’ala che solleva l’anima verso l’infinito. L’amore è il principio di tutte le cose. Quando si ama non si ha più paura di niente perchè siamo vicini a Dio” (Romano Battaglia). «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Non volgere lo sguardo al passato. Dio ti precede, ti cammina innanzi, ti prepara la strada. L’amore non appartiene al passato, ha i colori dell’alba, del giorno che nasce.