Non di alloro, ma di cenere si copre il nostro capo, all’inizio di questo tempo santo di Quaresima. Un capo cosparso di cenere che si fa speranza di gloria. “Perché chi si umilia, sarà esaltato… ” (cf. Lc 18,14). E allora, la Quaresima sia per tutti tempo di povertà, di sobrietà di vita, di scelte chiare nel campo del denaro. Tutto passa, tutto è fragile. Niente è sicuro. Anche se hai tutto in mano, anche se sono giovane! E poi, ci sia un crescente spazio per la preghiera. Perché la preghiera, come l’adorazione eucaristica, svuota i cuori e li prepara all’azione di Dio. Si fa subito volto sereno, perché senti realmente di non essere solo a combattere nella vita. Una preghiera sostenuta dalla Parola! Ed infine, il perdono. Per crescere ed educare alla pace, alla misericordia, quella misericordia avuta in dono gratuito dall’Altissimo, “lui che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi, per essere misericordiosi come Lui…” (cf. Lc 6,35). Un perdono seminato sui luoghi di lavoro, nelle sacrestie, nei conventi, tra colleghi, con i vicini di casa. Concreto, fatto sorriso vero, con gesti semplici e sguardi affabili. La povertà ti apre la mano, la preghiera ti apre il cuore, il perdono si fa sorriso sul volto. Per ora, la cenere sul nostro capo diventi scelta alternativa di vita!