La morte non è un istante
La morte non è un istante, essa coesiste e accompagna l’uomo lungo tutto il cammino della sua vita. Essa è presente in tutte le cose come evidenza del loro limite. Il tempo e lo spazio, gli istanti che svaniscovo e le distanze che separano, sono tante rotture, tante morti parziali. Ogni addio, oblio, mutamento, il fatto che nulla può mai ripetersi esattamente, traducono il soffio della morte nel cuore stesso della vita e noi precipitiamo nel tormento. La partenza di un essere amato, la fine di una passione, le tracce del tempo su un volto, l’ultimo sguardo su una città o su un paesaggio che non si vedrà più, o semplicemente un fiore appassito suscitano una profonda malinconia, un’esperienza immediata della morte in anticipo. […]
La violenza della morte non può essere neutralizzata che dalla sua negazione. È per questo che al centro della terra s’innalza la croce, e la vita accetta liberamente di passare per la morte, per farla esplodere e restituirla al nulla: «Con la morte Tu hai vinto la morte», canta la Chiesa la notte di Pasqua. […] Così solo il cristianesimo accetta la tragedia della morte, la guarda a faccia a faccia, perché Dio passa per questa via e tutti lo seguono. Se la filosofia porta la conoscenza della morte, l’ascesi cristiana offre l’arte di superarla e di anticipare quindi la risurrezione.
Pavel Evdokimov