La potenza del Vangelo

La potenza del Vangelo

26 Settembre 2012 Approfondimenti 0

Ci sedemmo a tavola e il capitano cominciò a raccontare: «Fin dalla giovinezza ho sempre servito nell’esercito. Ero abile e i superiori mi stimavano come un ufficiale modello. Per disgrazia mi misi a bere e mi abbandonai del tutto a questo vizio. Quando non bevevo ero un ufficiale perfetto, ma appena cominciavo non valevo più nulla. Mi sopportarono per molto tempo, ma alla fine, per avere insultato un superiore durante una delle mie sbornie, fui degradato a soldato semplice e condannato a prestar servizio per tre anni in guarnigione. Ma anche in quella miserabile situazione, per quanto mi sforzassi di trattenermi, non riuscii a guarire dal mio vizio. Un giorno ero in camerata quando entrò un monaco a questuare per la chiesa. Ognuno dava quello che poteva. Arrivato vicino a me, mi domandò perché fossi così triste ed io gli raccontai i miei guai. Il monaco, impietosito, mi disse che la stessa cosa era capitata a suo fratello, e l’aveva salvato il suo padre spirituale dandogli un Vangelo con l’ordine di leggerne un capitolo ogni volta che avesse sentito il bisogno di bere; e se il desiderio tornava, doveva leggere il capitolo successivo. Mio fratello cominciò a seguire questo consiglio e in breve tempo il vizio di bere scomparve. Sono quindici anni che non assaggia più un goccio d’alcool. Prova anche tu. Io ho un Vangelo, te lo porterò». Udendo ciò, gli chiesi che aiuto potesse darmi il suo Vangelo se né i miei sforzi né le cure mediche mi avevano distolto dal bere. Dissi questo perché non avevo mai letto il Vangelo. Quando il giorno seguente me lo portò, lo gettai in un piccolo baule con la mia roba e me ne dimenticai completamente. Qualche tempo dopo mi prese una gran voglia di bere, una voglia da morire che mi spinse ad aprire il bauletto per prendere i soldi e correre all’osteria. Ma la prima cosa che mi venne sott’occhio fu il Vangelo, e ricordai ciò che il monaco mi aveva detto. Apersi il libro e lessi il primo capitolo del Vangelo secondo Matteo. Lo lessi tutto, fino in fondo, senza capirci nulla. Ma ricordavo che il monaco mi aveva detto: «Non importa se non capisci, basta che tu legga con attenzione». Via,- dissi fra me – ne leggerò un altro capitolo. Lo leggo e comincio a capire quacosa. Allora attacco il terzo, ma in quel momento suona la ritirata. Troppo tardi per uscire dalla caserma, non era più permesso. Cosi restai dov’ero. E per quella volta non bevvi.

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Il mattino dopo mi alzai e stavo per andare in cerca di un buon bicchiere di vino quando mi venne il pensiero: «E se leggessi un altro capitolo del Vangelo?». E così ogni volta che la voglia di bere mi riprendeva, mi mettevo a leggere un capitolo e più passava il tempo, più diventava facile resistere. Quando ebbi terminato di leggere tutti e quattro gli Evangelisti, il vizio del bere mi era passato. Ora sono venti anni che non bevo più un goccio d’alcool. Tutti si stupirono di un simile mutamento: dopo tre anni mi restituirono il grado di ufficiale e da allora feci carriera finché diventai capitano. Mi sposai: ebbi la fortuna di trovare una buona moglie; abbiamo messo da parte qualcosa e ora, grazie a Dio, viviamo bene, aiutiamo i poveri per quanto possiamo e ospitiamo i pellegrini. Anche mio figlio ormai è già ufficiale ed è un bravissimo ragazzo. Quando guarii dal vizio dell’alcool giurai di leggere ogni giorno, per tutta la vita, uno dei quattro Vangeli, qualsiasi cosa fosse accaduta. E così ho sempre fatto».

dai racconti di un pellegrino russo

   

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