Un giovane desidera farsi frate. L’abate lo interroga per sapere se è veramente deciso a diventare monaco: « Se tu avessi tre monete d’oro, le daresti ai poveri?». «Di tutto cuore, padre». « E se avessi tre monete d’argento? ». « Ben volentieri ». « E se avessi tre monete di rame? ». « No, padre». « E perché? », domanda l’abate stupefatto. « Perché quelle le ho ». Possedere è legittimo. Il problema è quando il denaro e i beni posseggono noi. L’avaro è vizioso quando il denaro cessa di essere un mezzo e diventa un fine. Oltre all’avarizia materiale, c’è pure un’avarizia psicologica. La possessività può anche riferirsi al tempo. Tanti non arrivano mai a «staccare la spina », a lasciare spazio per la famiglia, per i poveri, per il riposo. L’avarizia è un tarlo che inaridisce il cuore: non si ha mai abbastanza, si trova sempre un motivo per avere di più. L’avarizia genera impazienza, rabbia e cardiopatia.
Stretto di mano, stretto di cuore.