La notte è il tempo delle scelte importanti, dove maturano le grandi decisione. La notte insonne, se fecondata dalla preghiera oppure da una sincera inquietudine, porta i suoi frutti al sorgere del sole, quando l’aurora precede, con i suoi tenui colori, l’azzurro intenso del cielo. Certo ci sono notti e notti. Alcune sono trapuntante dal lontano ma intenso luccicare delle stelle; altre invece coperte dalla coltre impenetrabile dell’oscurità, prive di qualsiasi minimo e piccolo bagliore. C’è la notte di Gesù in preghiera che genera la Chiesa, la scelta e la chiamata dei primi discepoli; ore passate sotto la volta stellata di una serena notte orientale; ore fecondate dalla presenza del Padre e dall’ascolto attento della sua volontà. Ma ci sono anche altre notti: quelle dei tanti “innominati” che il Manzoni ben descrive nel suo capolavoro: «E la notte? La notte, che tornerà tra dodici ore! Oh la notte! No, no, la notte!» Ore interminabili passate in compagnia della propria coscienza che trasforma i guanciali in pruni e il morbido del materasso in dura e ruvida scorza. Tempo angoscioso dove le ombre del passato, cariche di nefandezze e di birbonate, diventavano pesanti come macigni; poi sprazzi di buoni propositi, momenti di riscatto e redenzione: «La libererò, sì; appena spunta il giorno, correrò da lei, e le dirò: andate, andate. La farò accompagnare…». Poi ancora angoscia paura del nuovo giorno «Tutto gli appariva cambiato: ciò che altre volte stimolava piú fortemente i suoi desidèri, ora non aveva piú nulla di desiderabile: la passione, come un cavallo divenuto tutt’a un tratto restìo per un’ombra, non voleva piú andare avanti». Ma anche queste notti portano i loro frutti se diventano preludio ad un incontro, all’abbraccio misericordioso di Dio. Notti diverse quella di Gesù e quelle dei tanti “innominati” della storia ma tutte illuminate dalla più o meno fioca luce di Dio.
don Luciano
Sono confuso, Signore
È inesprimibile il desiderio di riascoltare le tue parole, Signore! Il segreto dei miei dubbi mi attanaglia come gemito insopprimibile. Perché, mio Dio, tanto dolore? Dove andrà la mia strada? Le orme che trovo mentre cammino sono confuse e mi perdo continuamente dietro i bagliori di impercettibili certezze. Vorrei mettere a tacere i rumori che si agitano negli angoli angoscianti del mio vissuto, ma invano. Le tue parole, Signore, possono brillare ancora per me? Lo spero, con tutto quel che sono, oggi, davanti a te, un mucchietto di delusioni e uno straccetto di rimpianti. Vieni presto, non tardare, luce di verità.