L’esame conclusivo

antichi_mestieri

Se tu fossi uno studente e per caso tu venissi a conoscere le domande dell’esame conclusivo dell’anno scolastico, ti ri­terresti ben fortunato e studieresti a fondo le risposte. La vita è una prova e alla fine anch’essa ha da superare un esame: ma l’infinito amore di Dio ha già detto all’uomo quali saranno le domande: «Avevo fame e mi desti da man­giare, avevo sete e mi desti da bere». Le opere di misericordia saranno materia d’esame, quelle opere nelle quali Dio vede se lo si è amato veramente, avendolo servito nel fratello. E noi facciamo la volontà di Gesù e mettiamo in pratica il Vangelo, se trasformiamo la nostra vita in una continua opera di misericordia. In fondo non è difficile e non muta molto di quello che già stiamo facendo. Si tratta di trasporta­re ogni rapporto col prossimo in un piano soprannaturale. Qualunque sia la nostra vocazione: di padri o di madri, di contadini o di impiegati, di deputati o di capi di Stato, di studenti o di operai, durante il giorno c’è di continuo l’occa­sione diretta o indiretta di dar da mangiare agli affamati, di istruire gli ignoranti, di sopportare le persone moleste, di con­sigliare i dubbiosi, di pregare per i vivi e per i morti.

Una nuova intenzione a ogni nostra mossa in favore del prossimo, chiunque esso sia, ed ogni giorno della vita servirà per prepararci al giorno eterno, accumulando beni che il tarlo non corrode.