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La Lettera di Giacomo: L’edera dell’invidia

“Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra!”

(Lettera di Giacomo 3,16)

lettera di giacomoLa fede autentica si manifesta nelle opere e la vera sapienza si riconosce dai frutti. L’autore della lettera di Giacomo ci mette in guardia da coloro che fomentano divisioni e con parole vane e velenose distruggono la comunità e le persone. Secondo Giacomo tutte le divisioni e le maldicenze nascono dalla gelosia, dall’ambizione (chi è preoccupato solo di sé, e si chiude nella ricerca egoistica della propria gratificazione, si comporta in modo tale da creare disordine e turbamento negli altri) e dalle passioni che offuscano il cuore e la mente. L’ambizione è un male oscuro che serpeggia nell’intimo e si maschera spesso tra i primi posti “dei buoni propositi”. In una suggestiva immagine iconologica Cesare Ripa la tratteggia come una giovane donna vestita di verde e incoronata d’edera.
L’interpretazione è semplice ed esaustiva: è verde come un pascolo perché il cuore dell’uomo ambizioso non si pasce mai d’altro; inoltre è come l’edera perché questa pianta sale verso l’alto sgretolando e distruggendo il muro che la sostiene. L’ambizione e l’invidia, come l’edera, distruggono lentamente il cuore dell’uomo, demoliscono i fratelli, sgretolano le comunità e il bene comune. Lo spirito di contesa genera parole e azioni cattive che distruggono il capolavoro di Dio, la sua effige. Sottolineava il compianto Card. F.-X. Nguyèn Van Thuàn: «Nello spazio di pochi secondi chiunque potrebbe sfigurare un dipinto di Raffaello, che ha richiesto all’autore tanto tempo e sforzo per portarlo a termine; ma chi potrebbe fare di nuovo quello che ha fatto Raffaello? Nello stesso modo, la reputazione di una persona può essere compromessa per sempre. La parola ingiusta dell’uomo giusto può produrre danni incalcolabili. È come un veleno distribuito dalle mani di si diffonde, più persone ucciderà». I cristiani sono invitati quindi dall’apostolo Giacomo a sradicare le radici di ogni divisione affinché Dio possa elargire la sapienza che viene dall’alto che è pura, pacifica, mite e piena di misericordia.

don Luciano Vitton Mea

   

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