Nulla è profano per il cristiano
Non penso di esagerare affermando che, per i nove decimi dei cristiani praticanti, il lavoro umano rimane allo stadio di «impedimento spirituale». Nonostante la pratica della retta intenzione e dell’offerta della giornata a Dio, la massa dei fedeli conserva inconsapevolmente l’idea che il tempo passato in ufficio, nello studio, nei campi o nell’officina, è qualcosa che distrae dall’adorazione. E impossibile non lavorare, s’intende. Ma è anche impossibile, si dice, pretendere dai cristiani comuni quella vita religiosa profonda riservata a coloro che hanno la possibilità di pregare o di riflettere tutto il giorno. Qualche minuto può essere recuperato per Dio. Ma le ore migliori sono assorbite, o addirittura deprezzate, dalle preoccupazioni materiali. Una moltitudine di cattolici, dominata da questo sentimento, conduce una vita praticamente doppia o impacciata: hanno bisogno di lasciare il loro abito umano per credersi cristiani, e soltanto dei cristiani di qualità inferiore… Senza dubbio nelle nostre giornate ci sono dei momenti particolarmente nobili e preziosi, quelli della preghiera e dei sacramenti. Senza questi momenti di contatti più efficienti ed espliciti, l’influsso dell’onnipresenza divina s’affievolirebbe ben presto fino al punto che la nostra migliore diligenza umana, senza essere assolutamente perduta per il mondo, resterebbe per noi vuota di Dio. Ma dopo aver gelosamente riservato questa parte di rapporti con Dio incontrato, se si può dire, «allo stato puro» (cioè allo stato di Essere distinto da tutti gli elementi di questo mondo), come dubitare che l’occupazione più banale, o la più assorbente, o la più attraente, ci obblighi a uscire da Lui? Ripetiamolo: in forza della Creazione e ancor più dell’Incarnazione, niente è profano su questa terra, per chi sa vedere. Tutto è invece sacro per chi distingue in ogni creatura la particella di essere eletto sottomessa all’attrazione del Cristo in via di consumazione. Riconoscete, con l’aiuto di Dio, il nesso anche fisico e naturale che lega la vostra fatica e l’edificazione del Regno dei cieli, vedete il Cielo stesso sorridervi e attrarvi attraverso le vostre opere; e, lasciando la chiesa per la città bruciante, avrete soltanto il sentimento di continuare a immergervi in Dio.