Ordine e fantasia
Io non desidero d’essere perfetta come l’uomo perfetto lo è. Io non desidero di nutrire in me stessa quella coscienza poliziesca che spia tutti i sentieri per assalire il peccato che passa. Io non desidero addossarmi quella sacra fatica che, notte e giorno, misura, aggiusta, taglia, consuma, pialla, raddrizza, per trarre dall’albero nodoso – l’albero che vive – l’esatto coperchio di una bara. Io vorrei essere perfetta com’è perfetto il Padre. In Lui è la legge, ma in lui è anche il gioco. L’opera sua è il serafino, ma anche la farfalla. Essa è cielo, stelle, obbedienza d’astri, ma anche fuoco, vento e capriccio di nubi. Egli si diverte coi fiori. Ha inventato per ridere (e perché mai se non per ridere?) le code di scoiattolo, le penne di pavone, le zampe di cicogna, le proboscidi d’elefante, le gobbe di cammello e di dromedario. E s’egli forse si compiace quando un santo monaco tentato si flagella, di notte, con la disciplina, però benedice anche, con un sorriso, il capretto che danza, la gallina che fa l’uovo, e il capro dalla lunga barba che corre sopra alla sua capretta. Io vorrei che anche la mia anima – e così pure la mia opera – fosse ordine e fantasia.
Marie Noèl