In un mondo in cui luce e tenebra coesistono, vi sono uomini, donne, giovani, bambini che sono portatori di luce. Essi la irraggiano attorno a loro, anche quando non sono coscienti. Si dirà mai abbastanza che alcuni bambini possono trasmettere con la loro semplicità, con la loro fiducia, una parola inattesa? Un bambino di nove anni mi ha confidato: «Mio padre mi ha abbandonato. Non lo vedo mai, ma lo amo sempre e la sera prego per lui». Questo bambino viveva il perdono del Vangelo. Egli non era forse un puro riflesso della bontà di Dio? Un giorno, Cristo ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, le realtà di Dio sono di chi assomiglia loro». L’età adulta pensa di acquisire autorità giudicando gli avvenimenti con gravità e addirittura con pessimismo. È necessaria una vigile attenzione per non lasciarsi paralizzare da chi drammatizza le situazioni e alimenta la paura. La mestizia è molto più contagiosa della gioia e della pace del cuore! Cosa significa per un essere pienamente adulto unire lo spirito d’infanzia e la maturità data da lunghi anni di esperienza? L’infanzia non ha il monopolio della fiducia, ma Dio si rende accessibile ai cuori umilissimi che si abbandonano a lui. La fiducia che viene dal profondo non ha nulla di ingenuo, si accompagna con il discernimento. Lungi dall’essere semplicistico è, al contrario, lucido. Lo spirito d’infanzia è stupore. Attinto dal Vangelo, è talvolta come il segreto di una gioia intima.
frère Roger