Prepariamo la nostra lampada

Prepariamo la nostra lampada, mettiamola in alto, Dio l’accenderà. Lui solo è la luce, noi siamo povera cosa, ferraglia da poco, creta modellata per essere usata dove e quando serve. Ma la luce, per risplendere, ha bisogno della lampada, Dio ha bisogno di noi. Vi sono lampade e lampade. Alcune sono fatte per adornare i palazzi, essere accese per le grandi occasioni, pezzi decorativi, quasi di lusso. Altre sono comuni, le troviamo ovunque, nella quotidianità della vita. Non hanno nulla di straordinario, sono ammaccate perché qualche passante le ha prese a sassate. Vengono accese al crepuscolo, quando scende la sera, sempre. Segnano l’inizio di una contrada, illuminano uno squarcio di quel bassofondo, riempiono il cuore quando il buio scivola nella paura. Il cristiano è una lampada che appartiene a questa seconda categoria. Siamo chiamati a vivere tra la gente, a soffrire gomito a gomito con il passante di turno, ad ascoltare i gemiti di chi si ferma sotto la fioca luce della nostra esistenza. Siamo piccola luce,  appesa ai bordi di un sentiero, a quel crocicchio lontano. Il vento ci scuote, ma siamo lampade libere. Nessuno ci invidia, non abbiamo un posto da difendere, ogni piccolo borgo è adatto alla debole luce che Dio accende dentro di noi. Prepariamo la nostra lampada, mettiamola in alto, Dio l’accenderà.

 don Luciano Vitton Mea