Una lieta notizia
Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «(…)
Oggi ci fermiamo sulle due frasi che aprono e chiudono il brano del Vangelo. La prima: «Inizio del Vangelo di Gesù ». A prima vista sembra un’annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma leggiamo con attenzione: inizio di una bella notizia.., perché letteralmente « Vangelo » significa buona, gioiosa, lieta notizia. Inizio della bella notizia che è Gesù. Ecco da dove partire per ricominciare a vivere, a progettare, a tessere legami: da una buona notizia e mai da amarezze, da pessimismi, da sbagli commessi. La buona notizia è la bontà e la bellezza delle creature, le qualità di chi mi vive accanto, i bei momenti vissuti insieme, Dio in me. Fare così perché così fa Dio. Anche la Bibbia inizia così: per sei volte Dio guardò e vide che era cosa molto buona (cfr. Gen 1,10.12.18.21.25.31). Ricominciare da una cattiva notizia è solo apparente intelligenza, ma senza la sapienza del Vangelo. E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, allora buona notizia diventa il perdono, che lava via gli angoli oscuri del cuore. E la speranza, uno straccetto almeno di speranza, questa virtù bambina — come la chiama Charles Péguy — che ha piccoli segni e che aiuta a risorgere. La seconda frase: «Viene dopo di me uno più forte di me ». Notiamo il verbo centrale, al presente: viene. Giovanni non dice: verrà, un domani. Non proclama: sta per venire, e sarebbe già una cosa grande, ma semplice, diretto, chiaro: viene. Giorno per giorno, continuamente, adesso Dio viene. Anche se non lo vedi, viene; anche se non te ne accorgi, è in cammino su tutte le strade. Ed è bello pensare a un mondo riempito di orme di Dio, e i suoi passi all’angolo di ogni strada. C’è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, il profeta sa vedere i passi di Dio sulla polvere delle nostre strade. Non è facile, ma Giovanni ci aiuta, ci scuote, ci apre gli occhi, ci mette un sospetto: il sospetto che qualcosa di determinante stia per accadere, che qualcosa di vitale stia accadendo attorno a noi, e rischiamo di non accorgercene. Dio si avvicina. Nel tempo e nello spazio. Dentro le piccole cose di ogni giorno, alla tua porta, a ogni risveglio. Noi pensiamo che la presenza di Dio si sia rarefatta in questo nostro mondo distratto, che il regno di Dio sia perdente. Ci sono ben altri regni che si impongono! Fra tutti il denaro, l’economia, il mercato. Invece no, il regno di Dio è più vicino oggi di dieci o vent’anni fa.