Brano Evangelico: Gv 13, 1-15 Li amò sino alla fine.
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Medita la parola: Egli è un cuore
Dopo aver istituito il Sacramento Eucaristico, il Sacramento dell’amore e della comunione, Gesù impartisce la sua lezione di vita più profonda, una lezione a cui tanti si sono ispirati e che realizziamo pure nelle nostre case. Unico strumento un asciugatoio: “Gesù si toglie la veste”. Togliendosi la veste Gesù si pone al di fuori di ogni funzione e di ogni stato sociale. Possiede certamente una autorità e un potere, ma vuole manifestarsi ai discepoli come persona, e soltanto come persona, senza rango sociale, senza funzione determinata. Prima di essere il maestro e il Signore, egli è un cuore che vuole incontrare cuori, un amico che vuole incontrare amici, una persona amante che desidera vivere nel cuore dei propri amici, in questo mondo del cuore, tutti gli uomini e tutte le donne sono uguali. Non esiste più alcuna gerarchia visibile indicata dal vestito. Le persone con o senza handicap visibile, poveri o ricchi, giovani o anziani, neri o bianchi, malati di AIDS o sani, tutti sono uguali, tutti hanno la stessa dignità, tutte sono persone la cui storia è sacra. Ognuno è importante, ognuno è unico. La sola gerarchia che rimane è quella dell’amore e questa rimane nascosta.