Atti degli Apostoli: Cap 13/14 – Il primo viaggio missionario

Atti degli Apostoli: Cap 13/14 – Il primo viaggio missionario

25 Gennaio 2022 Atti degli apostoli in evidenza 0
viaggio missionario

Abbiamo lasciato Barnaba e Saulo che partono da Antiochia e vanno a Gerusalemme per esprimere la carità ecclesiale verso quella comunità con un aiuto concreto.

Vanno però anche per verificare, con gli apostoli, quello che sta succedendo ad Antiochia dove, senza che ci sia stata nessuna programmazione, la comunità cristiana si sta aprendo sempre di più ai pagani.

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12,24-25 La Parola si diffondeva… Barnaba e Saulo tornarono ad Antiochia… e portarono anche Giovanni Marco.
Giovanni Marco, da quello che sembra, dovrebbe essere il Marco evangelista. Era allora ancora piuttosto giovane e Barnaba e Saulo lo prendono come collaboratore.
Mentre sono ad Antiochia, Barnaba e Saulo prendono coscienza del bisogno di un’opera missionaria su larga scala.

La Missione

13,1 In Antiochia… predicavano e insegnavano: Barnaba, Simeone, Lucio, Menaem, Saulo…
Notate. Per poche centinaia di persone ci sono cinque predicatori ufficiali della Parola…
Una comunità cristiana è viva quando chi c’è dentro si fa carico dei problemi, e diventa capace di annunciare e testimoniare, di mettersi a servizio.

13,2 Mentre celebravano il culto e digiunavano…
Quindi: eucaristia e digiuno.
Lo Spirito disse: Mettetemi da parte Barnaba e Saulo… Stesero le mani su di loro e li fecero partire.

Comincia così il primo viaggio missionario di Barnaba e Saulo.

Con il cap. 13 noi entriamo nella parte centrale degli Atti: il grande viaggio di annuncio e testimonianza della Parola.
Sembra quasi inutile sottolineare che tutto avviene per iniziativa dello Spirito Santo. Negli Atti non si muove foglia se non dietro la sua spinta. Tutta la vita della Chiesa, allora come oggi, è (deve essere) animata dallo Spirito.

13,4-12 Da Antiochia a Cipro
Se noi guardiamo la cartina possiamo vedere che il primo viaggio di Paolo avviene tutto all’interno di una legione che lui conosce già. Con la quale ha una certa familiarità.
Si tratta della Siria, l’isola di Cipro e la zona centro meridionale dell’attuale Turchia. Da Attana su fino ad Antiochia di Pisidia, Derbe… e poi il ritorno.

Se guardate bene ci sono due Antiochie. Antiochia di Siria, punto di partenza, e Antiochia capitale della Pisidia, una delle tappe della predicazione di Paolo.
Sbarcati a Salamina, su Cipro, attraversano tutta l’isola fino a Pafo.

A Pafo incontrano il governatore dell’isola, Sergio Paolo, il quale li ascolta con un mago di origine ebraica, Elimas (o Bar Jesus) che si oppone alla predicazione di Saulo. E Saulo lo acceca.
È una cecità fisica che richiama la cecità spirituale di questo ebreo. Sergio Paolo, impressionato dal gesto di Saulo, si converte e sembra che Saulo cominci a farsi chiamare Paolo proprio in ricordo della conversione del governatore di Cipro. Infatti…

13,9 Allora Saulo, detto anche Paolo…
È da qui che Saulo inizia a essere chiamato Paolo.

Paolo Apostolo_di_Cristo

13,13 Paolo e i suoi… a Perge… Qui Giovanni si separò da loro
Lasciata Cipro e sbarcati sulla costa turca, Giovanni Marco li lascia perché spaventato da ciò che lo aspetta. Non ha avuto perseveranza. Ha avuto paura dei problemi, del ritmo di vita… Li lascia e torna a casa
Paolo non riuscirà a accettare questa decisione che avrà conseguenze piuttosto pesanti in seguito.

13,14 Essi partirono… e arrivarono ad Antiochia di Pisidia…
Appena giunti entrano nella sinagoga e qui troviamo uno dei grandi discorsi kerygmatici di Paolo. Quei discorsi in cui c’è l’annuncio della salvezza.

Il grande discorso kerygmatico

L’annuncio della morte e risurrezione di Cristo e la testimonianza fondamentale degli apostoli è tutta racchiusa in: 
Hanno chiesto a Pilato di condannare Gesù… ingiustamente… Dio lo ha fatto risorgere… Questi ora sono i suoi testimoni…

Come sempre il discorso contiene anche la conferma della Scrittura: ‘Così è successo perchè era stato scritto…
Molto importanti inoltre i versetti

13,38-39 Per mezzo della Legge di Mosè voi non potevate essere liberati dai vostri peccati…
Queste parole, pronunciate da un ex rabbino, hanno un’importanza eccezionale. In pratica, Paolo dice: “Le nostre preghiere, i nostri sacrifici non potevano togliere il peccato. Ci davano la speranza che Dio ci perdonasse. Ma non c’era nessuna certezza di perdono”
per mezzo di Gesù invece avete il perdono dei peccati, perchè chiunque crede in lui è salvato….
Cioè?
La salvezza è qui, ora, ma sappiate vederla. Altrimenti per VOI avviene invano…
Questo pensiero espresso da Paolo, inizia a far sorgere grossi problemi.

13,42-47 La reazione al discorso di Paolo
Qualcuno rimane convinto dalle parole dell’apostolo. Altri invece si rifiutano e quando, otto giorni dopo, Paolo si ripresenta per continuare la discussione, e la sinagoga è piena… il gruppo di quelli che preferiscono la tradizione alla novità annunciata…

13,44 …Traboccanti di gelosia…
Si mettono a inveire contro Paolo e Barnaba. A questo punto della missione ormai è Paolo che guida il gioco. Infatti Luca non dice più ‘Barnaba e Paolo’, ma Paolo e Barnaba’. È lui il capo comitiva.
Avviene quindi lo scontro tra i responsabili della comunità ebraica e gli apostoli.
Nel v. 46 c’è la scelta. Una scelta che sarà fonte di salvezza per tutti.

13,46 …Ma Paolo e Barnaba… dicevano: Noi dovevamo annunziare la Parola a voi prima che agli altri. Ma siccome voi la rifiutate, noi ci rivolgiamo ai pagani.
Da questo punto in poi Paolo predicherà ai pagani. Annuncerà sempre Cristo anche agli ebrei… ma non preferendoli più agli altri. Mettendoli quindi tutti sullo stesso piano.
Questo farà in modo che la Chiesa faccia quel salto di qualità che non si era mai sognata di fare.
Smetterà di essere un gruppo particolare all’interno del mondo ebraico e comincerà a diventare ‘Chiesa universale’, aperta a tutti. La ‘Catholica’.

13,49-52 La Parola si diffondeva… Gli ebrei però sobillarono donne di alto rango… e li scacciarono… Intanto i cristiani erano pieni di gioia….
Bastoni tra le ruote alla Parola di Dio che si diffonde tant’è che non sono le difficoltà a impedire alla Parola di Dio di diffondersi ma la nostra poca fede…
Chi annuncia la Parola di Dio deve essere credibile… È questo il problema…

13,48 C’è una frase che può lasciare perplessi: Sentendo questo i pagani si rallegrarono
Dal contesto sembra di poter dire che erano contenti perchè si dice apertamente che loro sono ‘inclusi’.
Teniamo comunque presente che quei pagani non erano tutti gli abitanti di Antiochia.
Erano quei pagani che si erano riuniti vicino alla sinagoga perchè interessati al dibattito che si era creato la settimana prima. C’è quindi una certa predisposizione… Non sono una folla anonima ma persone interessate al discorso. Sentono il bisogno di una speranza in più. Sentono che la vita non può essere soltanto paure, magia e interesse…

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Cap. 14,1-20 Paolo e Barnaba a Iconio e a Listra
Nel cap. 14 vediamo che diventa normale il meccanismo sperimentato ad Antiochia.
Annuncio agli ebrei + Accoglienza da parte di qualcuno = Gioia…

Ma anche rifiuto da parte della maggioranza e quindi Persecuzione e fuga.

Fuga ma dove? In un’altra città che diventa lo stesso teatro di Antiochia: Annuncio, accoglienza di qualcuno, rifiuto da parte della maggioranza, botte, fuga… e così via.

Questa routine di annuncio con persecuzione costante ci riporta all’importanza della perseveranza di questi apostoli
Sembra facile ma ci vuole coraggio, molto coraggio e molta perseveranza.

C’è negli apostoli la convinzione che quello che portano è più importante delle difficoltà che devono sostenere, dei disagi che devono affrontare, dell’amarezza per il rifiuto che ricevono. Che l’annuncio di cui sono portatori e testimoni è qualcosa che può cambiare la sorte dell’uomo.

Fossero anche rifiutati da 99 su 100, l’annuncio merita di essere fatto per quell’uno… Perchè non è il numero di chi lo accoglie che lo rende valido o meno. È l’annuncio in se che ha validità.

Pensate se noi fossimo capaci di ricordarci questo pensiero sempre, nel nostro impegno personale o parrocchiale…
Quante iniziative lasciamo cadere perché… Non mi vien dietro nessuno…?!

Ma l’importante cos’è? Il numero di chi accetta o quello che hai dentro e che annunci?
Io credo che noi, come cristiani, possiamo trovare gioia, oggi, solo se ci convinciamo di questo.

Pensiamo ai catechisti. Se dovessero guardare solo ai risultati che ottengono… o in famiglia, nei rapporti tra marito e moglie… tra genitori e figli…

Pensiamo a tanti impegni a livello parrocchiale o sociale…
Ovunque il problema è trovare e capire quello che abbiamo dentro che ci spinge.

È merce da vu-cumprà… o è ‘una perla rara’, per la quale vala la pena vendere perfino la casa, come dice il vangelo?
Se è merce di scarto, prima la si smercia e meglio è. Se invece è una perla, se la perdi ci rimetti. Fosse anche che nessuno la riconosce, ha sempre e comunqueun valore.

Il viaggio di ritorno

14,21 Annunciarono la salvezza a Derbe. poi iniziarono il viaggio di ritorno passando da Listra e Iconio fino ad Antiochia….
Viene toccato il punto più lontano del viaggio: Derbe. Inizia quindi il ritorno sullo stesso percorso fatto nell’andata.

14,22 Dappertutto infondevano coraggio… li esortavano a essere saldi nella fede.
— La fede è dono.
— Accoglierla è risposta nostra.
— Restare nella fede è perseveranza.
E non sempre è facile. Bisogna vigilare, impegnarsi, per restare fedeli.

È necessario passare attraverso molte tribolazioni per entrare nel regno…’.
Se qualcuno si illudeva che trovare la salvezza in Cristo vuol dire prendere la vita come un valzer… si sbagliava di molto.

Perché Paolo e Barnaba fecero lo stesso percorso dell’andata?

Cristo dà senso, dà gioia, dà speranza alla vita… ma dire di sì con i fatti è sempre difficile, sia perchè il male è dentro di noi sia perchè è intorno a noi.
Per questo occorre la perseveranza e gli apostoli aiutano in questo, oltre che rincuorare, li aiutano a costruire le comunità.
Proprio perchè la Chiesa non è un aggregato, un sacco di patate, ma è un corpo, qualcosa di vivo… fin dall’inizio ha una sua organizzazione.
Non può esistere Chiesa senza organizzazione. Ecco perchè.

14,23 In ogni comunità scelsero e lasciarono alcuni responsabili.
Quand’è che la presenza di un’organizzazione o di responsabili è un problema? Quando chi è responsabile, chi ha un’autorità nella Chiesa, dimentica di essere un ‘servizio’ nella Chiesa e diventa un potere.
Sapete che oggi uno dei grossi problemi discussi a livello teologico è il rapporto tra carisma e istituzione. Cioè, fra i doni dello Spirito e la gerarchia.

Talvolta perchè certi carismatici (coloro che avevano un carisma, una grazia divina trasmessa mediante i sacramenti) estremizzano il proprio dono e rifiutano ogni controllo della comunità ma spesso anche perchè ci si dimentica che la stessa gerarchia è un carisma.

Ma se ci si ricorda di essere un carisma, nonsi può andare contro gli altri carismi. Se si è cosciente di essere un dono dello Spirito per la vita della comunità, non si può essere contro gli altri doni dello Spirito, dati per la vita della comunità.
È una conversione che ci è chiesta continuamente. A partire dal Papa fino a ciascuno di noi.

Un esempio pratico di ‘comunità vissuta’

Comunita-cristiana

Giunti nella comunità dalla quale erano partiti, Antiochia di Siria, Paolo e Barnaba ci danno una dimostrazione pratica di cosa vuol dire sentirsi a proprio agio nella comunità, nella Chiesa.

14,27 Appena arrivati ad Antiochia riunirono la comunità e raccontarono…
Notate. Non dice: raccontarono tutto quello che erano stati capaci di fare, grazie all’aiuto di Dio. No. ‘Raccontarono… tutto quello che Dio ha compiuto per mezzo loro’.
Sanno di essere strumenti, servi utili, ma non necessari e quindi, attori secondari.
Chi fa è Dio.
‘Dissero che Dio aveva dato ai pagani la possibilità di credere’. Questa è la grossa novità.

(don Pierino Ongaretti)

   

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