Gesù, sarei tentato di dirti: ma quando ti fermerai nella tua esigenza di carità? Tu vuoi che io salga fino alla più alta vetta; sei come la guida alpina, che conosce la strada e dice a chi è già stanco: più su, più su ancora. Il tuo cuore non si è accontentato di poco: non riuscirò mai a sondarne la grandezza. Tu pretendi ora che la mia carità abbracci anche chi mi tratta male, chi sparla di me, persino chi mi odia, proprio perché la tua carità è cosi: tu «fai piovere» sul buono e sul cattivo, dai largamente al buono e al malvagio, hai compassione di chi merita e di chi è indegno. Maestro, adesso ho la certezza che se non lavori profondamente in me, io non giungerò mai alla tua carità. Tu esigi proprio che io vada contro corrente, contro la mia natura che tende al basso; tu agisci in me quasi capovolgendo le leggi della mia natura. Ti ringrazio, nonostante la vetta della carità sia tanto alta, tanto ardua; ti ringrazio, Gesù, perché almeno ho una certezza: se pretendi una carità tanto eroica da me, è segno che il tuo cuore è così grande, così pieno di bontà che io non ne potrò mai più dubitare. Allora voglio abbandonarmi talmente a te, da non essere mai più staccato da te; se la tua bontà non ha limiti, allora quando mai potrò tirarmi indietro dal tuo amore?
ANDREA GASPARINO in Pregare con il Vangelo, pp. 129-130