Gli antichi nidi
L’autunno è arrivato:
la pioggia danza sulle
stanche foglie del grande albero.
Sul filo che si stende dal campanile
al vecchio palo si sono radunate
le ultime rondini.
Domani partiranno.
Rimarranno tra le gronde o
sotto le volte dei vicoli
i loro nidi privi di vita.
Com’è lontana la brezza primaverile
che giocava tra i fili d’erba
e i piccoli fiori colorati,
come sono lontani i caldi giorni estivi,
l’azzurro del cielo,
il profumo del fieno.
Non resta che l’odore della pioggia e
la nebbia che sale tra i ceppi del bosco.
Sento la vita che lentamente lascia
queste stanche membra,
che si stacca, come le foglie,
dai rami secchi
di questo pellegrinaggio terreno.
Ma c’è ancora tempo, poco,
ma c’è ancora tempo.
Un piccolo tratto di sentiero,
il tempo di custodire
quei nidi rimasti ormai vuoti.
Quando il gelo cederà il passo
ai primi fiori primaverili
le rondini torneranno e canteranno,
negli antichi nidi,
da me custoditi,
un nuovo canto d’amore.
Don Luciano